Ci riprova. Francesco Ribaudo, deputato del Pd, ha presentato un emendamento alla manovra di primavera per inibire la revisione ai veicoli che non risultano in regola col bollo auto. Iniziativa velleitaria: ci sono casi in cui nemmeno le Regioni (destinatarie del gettito della tassa e responsabili della sua riscossione e gestione) lo sanno, figurarsi se può saperlo un centro revisi0ni. Senza contare che già di per sé l’obbligo di revisione è già abbondantemente evaso (come abbiamo dimostrato la settimana scorsa sugli Infodata del Sole) e che quindi l’effetto della proposta Ribaudo – se diventasse attuabile – sarebbe di aumentare i rischi su strada (in non pochi casi, chi non paga il bollo alla fine circolerebbe anche senza revisione, alla faccia della sicurezza).
Il problema della difficoltà di verificare se un veicolo ha il bollo pagato o no è sempre quello degli archivi tenuti gelosamente spezzettati da troppi protagonisti della burocrazia dell’auto, per conservare potere (o semplicemente per sopravvivere). Era così lo scorso autunno, all’epoca del primo tentativo di Ribaudo (nell’ambito della Legge di bilancio 2017). E resta così ancora adesso.
L’unica speranza è che entro fine anno le Regioni trovino un accordo tra loro e col ministero dell’Economia per riformare il bollo auto e la sua gestione. Ma ora la partita s’intreccia con l’attuazione della riforma Madia, quella del documento unico che farà confluire nella carta di circolazione il certificato di proprietà e forse avrà effetti su Pra e Motorizzazione. Cioè sulle fonti di base degli archivi delle Regioni.