Sembra esserci tanto genuino stupore nella notizia dell’Ansa riportata in fondo a questo post, secondo cui “persino” la madre che a Palermo ha appena perso la figlia piccola in un incidente stradale è indagata per la morte della piccola. Come se fosse normale che una bambina di sette anni possa stare a bordo di un’auto in braccio alla madre, davanti al sedile del passeggero anteriore, a pochi centimetri da un airbag che in teoria potrebbe esplodere anche per una brutta buca presa male (e a Palermo le buche non mancano…). Certo, è normale. Nel senso statistico del termine (in altre parole, lo fanno tutti). Ma, secondo la legge, è normale che se poi succede qualcosa si finisca sotto processo e si venga pure condannati. Solo che pochi lo sanno o se lo ricordano, per cui prima dell’incidente la maggior parte delle persone non se ne cura, dopo l’incidente se ne stupisce.
Questo meccanismo è tra i motivi per cui, per esempio, in questi giorni alcuni politici possono permettersi di proporre che ci debba essere una distanza laterale minima di un metro e mezzo prima che con un veicolo a motore si possa sorpassare una bici. A parte la difficile applicabilità della norma, se la gente si ricordasse appena ciò che dovrebbe aver imparato prendendo la patente, smaschererebbe subito la demagogicità della proposta: una norma che impone di non iniziare un sorpasso se non c’è spazio esiste già, è il comma 3 dell’articolo 148 del Codice della strada ed è fatta anche meglio. Nel senso che parla semplicemente di “adeguata distanza laterale”, senza fissare limiti che poi sarà molto difficile misurare. Quindi, il solo fatto che si sia verificato un incidente farà presumere che il guidatore ha commesso un’infrazione e poi starà a lui dimostrare il contrario. Se passasse la proposta, sarebbe la polizia a dover dimostrare che c’era meno di un metro e mezzo di spazio e ad appigliarsi all’attuale comma 3 chiedendo di applicare quello invece dell’eventuale nuova norma.
Tornando all’incidente di Palermo, se i patentati avessero una preparazione accettabile, ci sarebbe solo una cosa da sottolineare perchè in effetti è un dettaglio poco noto. La responsabilità dei minori a bordo è del conducente, ma non se è presente anche come semplice passeggero un genitore (o comunque chi esercita la “potestà” genitoriale).
Bimba morta in incidente auto, indagine anche su familiari
(ANSA) – PALERMO, 24 APR – La Procura di Palermo, che indaga sull’incidente stradale costato la vita a una bambina di 7 anni, sbalzata dall’auto sui cui viaggiava dopo l’impatto con una Hyundai, valuterà sia la responsabilità dell’automobilista che ha travolto la Volkswagen su cui si trovava la piccola, sia quella dei familiari della bimba. Si dovrà accertare se, come emergerebbe dai primi rilievi, la vittima si trovava, senza cintura di sicurezza, in braccio alla madre, sul sedile anteriore e non, dietro, nel seggiolino, come prevede la legge. Secondo una prima ricostruzione, la Hyundai non avrebbe rispettato il segnale che l’obbligava a dare la precedenza e sarebbe finita contro la Volkswagen. La vittima sarebbe stata in braccio alla madre, mentre la zia, incinta, guidava. Per l’impatto sarebbe stata sbalzata fuori dal finestrino, finendo a terra. Il reato che si potrebbe ipotizzare è l’omicidio colposo. L’autista della Hyundai si trova in caserma dai vigili urbani. (ANSA).