Anche negli Usa le vittime della strada tornano ad aumentare, a dimostrazione che arrivare al traguardo di mortalità zero strombazzato anche in Europa ci vuole davvero tanto impegno. Soprattutto, secondo un rapporto Morgan Stanley (quindi accreditato), ci vorrà la guida autonoma. Ma attenzione: il rapporto parla soprattutto di sistemi di guida più avanzati e ne colloca la loro diffusione piena al 2025. Da ciò sembra di capire che non stiamo parlando dell’auto che guida completamente da sé, cioè dello stadio terminale della guida autonoma, in cui il conducente non avrà più alcuna responsabilità e potrà anche girare le spalle alla strada e guardarsi un film proiettato sul lunotto: parliamo dei sistemi che fanno da sé, ma richiedono sempre che il guidatore vigili (e sia responsabile), per riprendere prontamente i comandi all’occorrenza. E proprio su questi sistemi si concentra più di un dubbio.
Lo si è capito dopo i due incidenti mortali che hanno coinvolto la Tesla Model S, munita dell’Autopilot. Cioè il non plus ultra attualmente sul mercato. Nel dibattito scatenato da questi due incidenti, segnalo la dura richiesta della Fema (la federazione europea delle associazioni di motociclisti) e delle associazioni olandesi Mag Nl e Knmv: l’omologazione dell’Autopilot va rivista, per garantire che i sistemi di assistenza avanzati “vedano” tutti i veicoli a due ruote.
Il problema è infatti che questi sistemi sono già percepiti dal guidatore come sostitutivi della sua attenzione: se ci distraiamo con gli smartphone già oggi mentre guidiamo le nostre normalissime auto sprovviste di sistemi, figuriamoci che cosa sarà tra 10 anni, quando avremo speso un bel po’ per una vettura che offre anche a noi la nostra fetta di guida autonoma, da esibire a parenti e amici. D’altra parte, l’essere umano tende sempre a rischiare più del dovuto perché sopravvaluta la sicurezza che il progresso gli dà: vent’anni fa, molta gente si mise a guidare più sportivamente dopo aver comprato auto nuove con Abs, airbag e percorrendo autostrade con asfalto drenante.
Dunque, già oggi di fatto un sistema di assistenza avanzata alla guida ha una responsabilità superiore a quella che gli assegna la legge. Certo, succede perché il guidatore fa una cosa illegale. Ma intanto la fa. Il resto, è discussione che si fa davanti a una bara.
Non sarà solo un problema transitorio in attesa della guida autonoma integrale: anche quando ci sarà quest’ultima, per strada sopravviveranno ancora veicoli che non ce l’hanno. E non sembra molto probabile che si giunga a vietarli per legge, perché si lederebbe la libertà di circolazione, che è un valore costituzionale. Forse si riuscirà a farlo quando la guida autonoma integrale si sarà diffusa larghissimamente, cioè tra vari decenni. Fio a quando sarà consentito guidare anche di persona, avremo un sistema ibrido e per questo pericoloso. Tanto che più di qualcuno dubita che si arriverà mai alla guida autonoma integrale.