Poco da fare: dopo i 12 morti di Berlino ieri e gli 80 del 14 luglio a Nizza, non possiamo che chiederci se anche qui in Italia si rischi di ritrovarsi un camion in mezzo alla folla. La risposta è relativamente rassicurante: le strade strette delle nostre città non favoriscono attentati del genere.
Non è un caso se i terroristi (organizzati o isolati che siano) finora hanno scelto città con viali larghi anche in centro: lì un camion può prendere velocità e manovrare. Cose spesso impossibili nei nostri centri storici e anche in larghe fette di zone meno centrali; non a caso, esistono navigatori dedicati ai mezzi pesanti, per evitare i casi del passato in cui Tir erano rimasti incastrati in stradine impossibili indicate del device.
Inoltre, su larga parte delle nostre strade urbane ci sono divieti di circolazione per i mezzi pesanti, generalmente più estesi che all’estero. Dunque, un camion in giro per la città attirerebbe più facilmente l’attenzione di una pattuglia prima di arrivare in centro. E in città le pattuglie si vedono ancora, essendo in campo anche i vigili urbani.
Invece, non possiamo contare molto sulle telecamere. Certo, sono tante. Ma non di rado sono fuori uso e comunque sono in maggioranza “stupide”, cioè non hanno software in grado di segnalare automaticamente in tempo reale un evento che sono state istruite a segnalare. Peccato: alcune ne ho viste funzionare e sono davvero impressionanti. A patto che in sala operativa ci sia una persona (ne basta una sola) pronta a rilanciare e analizzare gli allarmi. Così oggi le telecamere servono solo a capire cos’è successo quando è ormai successo. Cioè troppo tardi.
Non saremo mai del tutto al riparo. Un camion può schiacciare persone anche a passo d’uomo (anche se fa meno vittime di quando riesce a lanciarsi come a Nizza). E si possono usare anche agili furgoni o addirittura vetture. Ma intanto la pericolosità è minore.