D’accordo, non è ancora la condanna definitiva in sede giudiziaria. Ma le ipotesi su cui ieri i pm hanno inviato altri quattro avvisi di garanzia per il crollo del viadotto siciliano Scorciavacche poche giorni dopo la sua inaugurazione confermano che ci sono stati errori madornali, già emersi dopo le prime verifiche tecniche. Uno degli avvisi di garanzia è arrivato a Pietro Ciucci, presidente dell’Anas per quasi un decennio (qui sotto riporto il lancio di agenzia).
Ma perché quegli errori tecnici sono stati commessi? Per ignoranza e/o superficialità? Per quella corruzione che in questi stessi anni è emersa in altre opere pubbliche, anche della stessa Anas (leggi Dama Nera e dintorni)? Da quanto si sa, nulla di tutto questo, almeno per ora. Forse è stata la fretta di aprire quel viadotto, un tratto di qualche centinaio di metri non certo determinanti per chi percorre quella strada. Un errore veniale, dunque? Mica tanto: sotto potrebbe esserci il bonus che all’epoca i dirigenti Anas prendevano in base allo stato di avanzamento dei lavori. E che in quegli anni tutti invariabilmente raggiungevano, come spiegai nell’articolo del 15 aprile 2015 che riporto qui sotto.
Anche a seguito dei crolli in Sicilia tra il 2014 e il 2015, l’allora premier Matteo Renzi e il suo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio si precipitarono a dire che più che nuone opera occorreva manutenzione (salvo cambiare idea nella caccia al consenso a ridosso del referendum, rilanciando il Ponte sullo Stretto di Messina). E proprio la manutenzione fa preoccupare, dopo il tragico crollo del cavalcavia di Annone (Lecco), sulla SS 36, costato la vita a un automobilista innocente. Così, per esempio, qualcuno in Molise chiede verifiche sul viadotto Gamberale.
Sicilia: inchiesta su crollo viadotto, ecco l’atto di accusa dei pmPalermo, 13 dic. (AdnKronos) – Le modalità di realizzazione del viadotto ‘Scorciavacche’ della Statale Palermo-Agrigento, crollato pochi giorni dopo l’inaugurazione, nel Natale 2014, sono state “palesemente inidonee” in relazione “del complessivo stato dei luoghi” e come tale “non risultava conforme a un minimale standard di sicurezza”. Non solo, “non sussisteva alcuna necessità e urgenza che imponesse una apertura anticipata del traffico veicolare” e l’organo di collaudo “non aveva mai eseguito alcuna visita e sopralluogo presso il cantiere, pur a fronte della espressa previsione di collaudo in corso d’opera”. Ecco l’atto d’accusa dei magistrati della Procura di Termini Imerese (Palermo) che ha inviato quattro nuovi avvisi di garanzia, che si aggiungono agli altri trenta, agli ex vertici dell’Anas, tra cui l’ex Presidente Pietro Ciucci. Per i magistrati la rampa crollata due anni fa, “al momento dell’apertura non risultava realizzata in modo conforme al progetto esecutivo di dettaglio”.I pm nell’avviso di garanzia citano le consulenze eseguite dai tecnici in questi anni. “Nonostante le caratteristiche geologiche, geomorfologiche e idrologiche dell’area sconsigliassero palesemente una soluzione progettuale diversa dal viadotto” e “nonostante fosse palese che una soluzione quale il rilevato in terra rinforzata, andando a creare una barriera forzosa nella naturale evoluzione del territorio, sarebbe stata ben più vulnerabile rispetto al viadotto”, nella fase progettuale “e segnatamente nelle fasi di progettazione definitiva, esecutiva e di dettaglio” sono state apportate delle variazioni della realizzazione del viadotto ‘Scorciavacche’ sulla Statale Palermo-Agrigento, poi parzialmente crollata nella rampa di accesso pochi giorni dopo l’inaugurazione. Ecco quanto scrivono i magistrati della Procura di Termini Imerese.“Inoltre – dicono i magistrati nell’atto di accusa – sempre nella fase progettuale, venivano assunti come riferimenti parametri geotecnici non rappresentativi della realtà territoriale e in particolare veniva stimata la presenza di una falda acquifera al di sotto del piano di campagna, palesemente non cautelativa, nonostante le indagini geologiche avessero collocato il livello di falda alla profondità di 3 metri”.I premi ai dirigenti e la fretta sui cantieriMaurizio Caprino, Il Sole 24 Ore del 15 aprile 2015Nel cocktail di notizie che in questi giorni ha portato in prima pagina la gestione dell’Anas, apparentemente manca un ingrediente: i criteri di determinazione dei premi di risultato ai dirigenti. E invece la questione fa capolino dietro le ultime vicende legate ai crolli di viadotti: in almeno un caso, c’è il sospetto che abbia pesato la fretta di aprire al traffico una nuova opera. E la fretta potrebbe essere legata ai premi di risultato (Mbo), che dipendono dal numero di cantieri portati a termine, quindi dal fattore-tempo.
Il sospetto si è affacciato nel caso del nuovo viadotto Scorciavacche della Palermo-Agrigento, aperto a Natale e collassato a Capodanno per un cedimento del terreno limitrofo, che potrebbe non aver avuto il tempo di assorbire l’acqua presente. Che l’opera fosse “incompleta” è testimoniato dalla segnaletica, che era ancora quella di cantiere. Come in tanti altri casi, ma qui mancava il motivo principale per farlo: le pressioni delle comunità locali per avere un traffico più fluido. Infatti, qui si parla di un tratto corto e non congestionato. Di qui l’ipotesi che l’accelerazione servisse ai dirigenti Anas per l’Mbo.
L’Anas ribatté che non c’era legame tra le due cose e formalmente è vero: nessun premio è legato alla singola opera. Ma ogni anno per ciascun dirigente l’Mbo dipende da una serie di indici, alcuni dei quali legati all’avanzamento dei lavori nella propria area di competenza. Non risulta esserci una vera differenziazione secondo l’importanza del cantiere, per cui anche l’apertura di qualche centinaio di metri in aperta campagna diventa rilevante ai fini dell’Mbo.
Un correttivo sta nel fatto che poi la decisione finale sul premio spetta ai vertici Anas. Ma il fatto che tra i beneficiari ci siano praticamente tutti i dirigenti (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 giugno 2014) lascia dubbi sull’effettiva selettività dell’intero meccanismo.
Ora, con l’approvazione del bilancio 2014 prevista nel giro di un mese (sarà l’ultimo atto di Pietro Ciucci da presidente), si avvicina la nuova tornata di premi. Sarà un banco di prova indicativo, se non altro per comporre l’agenda dei futuri vertici Anas.