Non c’è pace l’autovelox, a Macchia d’Isernia: dopo le polemiche sul posizionamento della segnaletica obbligatoria di preavviso, era arrivata l’ora di trovare un vigile che rendesse legittimo il funzionamento dell’apparecchio: ci si è accorti che dal 2007 le postazioni completamente automatiche sono vietate sulle strade urbane ordinarie e che tale era da classificare la statale 85 nel punto in cui è installato lo strumento. D’altra parte, su queste bucce di banana di cui è disseminato il Codice della strada era caduto nientemeno che Matteo Renzi quando era sindaco di Firenze.
Ma a Macchia d’Isernia è più complicato: vigili non ce ne sono abbastanza e si è dovuta fare una convenzione con un Comune vicino, Castelpizzuto, per farsene “prestare” uno. Tempo pochi giorni e la convenzione viene rescissa. I motivi non vengono spiegati, ma si sospetta fosse illegittima.
Ora non resta che aspettare la prossima puntata di una telenovela iniziata nel 2012, quando si tentò un’iniziativa a cavallo tra sicurezza e business per far spuntare autovelox ai bordi dei tracciati più trafficati del Molise, una regione in cui anche le poche superstrade spesso non sembrano tali.