Chissà se il nuovo Parlamento europeo vorrà portare avanti la volontà espressa dal vecchio alla fine del suo mandato per creare un maggior raccordo tra le case automobilistiche e i loro concessionari (Parlamento Ue rapporti case-concessionari CARS_2020 1). I rapporti tra case e concessionari sono diventati sempre più tesi nell’ultimo quindicennio, per questioni prettamente commerciali (legate anche alla nascita e all’evoluzione del Regolamento Monti sulla distribuzione) poi inasprite dalla crisi. Quindi davvero non si sa che fine farà l’auspicio espresso dal vecchio Parlamento europeo. L’unica cosa certa è che quello era un auspicio parziale: colpisce leggere l’invito a un maggiore raccordo case-concessionari su questioni commerciali e non vedere una parola sulla responsabilità nei confronti del cliente sulle garanzie (per guasti e mancate conformità).
Ci sarebbe bisogno di raccordo e chiarezza, perché oggi siamo in una situazione ibrida. Da una parte c’è la regola generale europea sulla tutela dei consumatori, secondo cui la responsabilità è del venditore (quindi, del concessionario o del salonista). Dall’altra parte, però, c’è la consuetudine (o, meglio, la garanzia convenzionale) secondo cui la garanzia può fatta valere in qualsiasi officina della rete ufficiale del costruttore.
In mezzo tra regole e prassi, c’è una terra di nessuno. Normalmente invisibile, affiora inesorabilmente quando un guasto o una non conformità sono impossibili, difficili e/o troppo costosi da eliminare. E allora inizia il rimpallo tra costruttore e venditore.