Nessuno controlla. Così si revisionano tanti bus in pochi minuti e un autista guida sei anni con patente revocata

Non ci poteva essere coincidenza più sfortunata per la presentazione della proposta di legge sulla trasformazione del Ruolo periti in un vero e proprio Albo (ComunicatoStampa  S1502_DDL_AllegatoComunicatoStampa): al netto di corporativismi veri o presunti, la proposta si giustifica con la necessità di fare controlli veri sui veicoli. Per evitare che circolino catorci mal messi o mal riparati, per ingiustificabili risparmi sulla sicurezza (non importa se voluti da automobilisti in bolletta o da compagnie assicurative in salute) e/o ancor meno giustificabili truffe. La sfortunata coincidenza sta nel fatto che nello stesso momento scoppiava in tutta la sua violenza lo scandalo delle revisioni false, in margine alla tragedia del bus precipitato sull’autostrada A16. Una storia che dimostra come i controlli veri non siano nel Dna del nostro Paese. Né sulle revisioni né sull’effettiva sicurezza delle autostrade.

Come ha ben chiarito “Il Mattino” in edicola ieri, si è scoperto che in pochi minuti risultavano revisionati alla Motorizzazione di Napoli alcuni bus. Troppi perché si possa credere che i controlli siano avvenuti sul serio: non ci sarebbe stato il tempo materiale. Esattamente la stessa cosa che si sa dal 1998 per le revisioni di auto e moto fatte dai privati.

In entrambi i casi, tutto si regge sulla certezza che tanto poi tanto nessuno va incrociare i dati. Insomma, nessuno controllerà i controllori. E nessuno avrebbe mai controllato la presunta revisione sul bus della tragedia, se non fossa avvenuta – appunto – la tragedia. Come accadde per anni alla Motorizzazione di Varese sugli ammanchi dei versamenti per le pratiche di revisione: tutto cartaceo e zero verifiche, fino a quando nell’ufficio competente capitò fosse messo a lavorare un impiegato zelante.

L’unica alternativa credibile sta nel Grande Fratello. Che per le revisioni ha le sembianze di MctcNet2, non a caso inviso a qualche operatore disinvolto e anche per questo più volte rinviato (quest’anno, dal 31 marzo al 31 ottobre). Per le coperture assicurative e per le stesse revisioni ha le sembianze dei lettori automatici di targhe collegati a banche dati presso la Motorizzazione: solo così l’altro giorno a Verona è stato beccato un autotrasportatore (del luogo, mica napoletano di passaggio) che circolava senza copertura da due anni, senza revisione (aveva contraffatto la carta di circolazione per far apparire che era in regola); con l’occasione, si è scoperto che guidava di mestiere nonostante gli avessero revocato la patente dal 2008.

Dunque, altro che inasprimento delle sanzioni (come l’ergastolo della patente, tornato di moda la settimana scorsa nelle polemiche sull’omicidio stradale): servono controlli. Eppure la Motorizzazione non ha nemmeno gli ingegneri per farne.

Ora che il ministro competente, Maurizio Lupi, ha sciolto la riserva decidendo di restare a fare il ministro (rinunciando al seggio al Parlamento europeo e a un ruolo di punta nel suo partito), sarebbe opportuno che ci si spiegasse come intende affrontare il problema.

  • angelo |

    buongiorno, leggo con amarezza che si lamenta il fatto che alla motorizzazione non ci sono ingegneri; falso ce ne sono con il titolo di studio che faticosamente hanno conseguito e che per l’amministrazione non esistono, eppure in tempi di continua evoluzione basterebbe che il ministero riconoscesse se non l’inquadramento almeno il titolo di studio da permettere a costoro di poter operare per il bene dell’amministrazione stessa e per il bene della collettività tenendo presente che c’è chi darebbe la propria disponibilità a costo zero per la collettività, il fatto è che per corporativismi per invidia per gelosia questo non lo vuol fare, ma secondo voi in un’azienda privata si pongono il problema di chiedere al personale con titolo di studio di ingegnere che svolge attività strettamente da operaio per svolgere attività più consone al suo titolo di studio? io credo proprio di sì ma non solamente per sfruttarlo nel senso stretto della parola ma per dare il giusto valore al dipendente, invece nello stato è importante essere per volere divino che per capacità responsabilità formazione mentale di disciplina e sacrificio, saluti

  • Grand_Voyageur |

    @Gino Lauzi. La risposta è semplice perché la “carriera” nelle PP.AA. non esiste più da tempo ed i passaggi di categoria d’inquadramento ad una superiore può essere fatta solo per concorso! Anche l’assegnazione di mansioni superiori può avvenire solo nelle more dell’indizione del procedimento concorsuale. Vogliamo buttare alle ortiche anche gli ultimi baluardi legali che difendono i PP.UU. dagli arbitrii dei Politici e dei dirigenti di nomina politica? Per cortesia rispettiamo le leggi e non chiediamo le solite scappatoie che fanno più male che bene!

  • Gino Lauzi |

    Ho scoperto una cosa incredibile che forse sarebbe degna di una ricerca con fonti autorevoli che forse lei Caprino certamente ha. Negli Uffici della Motorizzazione, sparsi un po’ in tutta Italia, ci sarebbero degli Ingegneri, circa una quarantina, che non possono operare come Ingegneri, ma solo come normali impiegati, perché inquadrati in un livello anziché un altro senza dare loro la possibilità di operare con il loro titolo accademico. Anziché aspettare concorsi faraonici esterni con difficoltà magari di poter pagare stipendi ai nuovi impiegati perché il Ministero con un davvero esiguo aumento stipendiale (penso che siano un centinaio di euro) non sfrutta i dipendenti già con esperienza al suo interno per risolvere almeno in parte le sue carenze? La vera riforma della PA non sta proprio in questo? Quasi a parità di spesa avere già funzionari di operare in un settore sempre scarso negli Uffici della Motorizzazione quello di tecnico Ingegnere. Chi ha notizie più precise può segnalarlo, in quanto un piccolo giornale di città vorrebbe creare una notizia in merito per sensibilizzare gli Uffici preposti.

  • casimiro pellegrino |

    L’albo risolverebbe tante cose e a costo zero per lo stato

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