Non è detto che chi scappa dopo un incidente sia sempre un pirata della strada. C’è anche chi semplicemente va nel panico, pur non essendo responsabile del sinistro. E così si mette nei guai, perché viene denunciato per omissione di soccorso. Per evitarlo, basterebbe fermarsi e chiamare i soccorsi: non è necessario essere in grado di intervenire personalmente sul ferito, la giurisprudenza si accontenta anche della presenza e della vigilanza dopo aver telefonato.
Però sarebbe meglio avere nozioni di primo soccorso. Qualcosa s’insegna nei corsi per ottenere la patente. Qualcosa di più può sapere chi per lavoro ha frequentato un corso specifico, perché gli è stato conferito l’incarico di referente per la sicurezza nel proprio ufficio. Ma la maggior parte degli italiani non ha nozioni o, se ne ha, le ha dimenticate: questa è una delle tipiche cose che sfuggono, perché non si ha la possibilità di allenarsi a farle.
Di qui l’idea di una scuola di guida sicura piemontese: comprendere nel programma un modulo di primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare, con l’uso di un defibrillatore semiautomatico. Lo fanno da pochi mesi è l’idea è venuta perché i soci fondatori, Francesco e Fabio D’Alessandro, sono volontari del 118 Piemonte. La scuola si chiama Guida Sicura Supercar, nome dovuto a un’altra particolarità: le auto non sono come quelle che ordinariamente guidiamo noi comuni mortali, ma supercar (specie Ferrari), anche se non recentissime.