Autovelox fissi sulla statale della morte: ora si rischia il tamponamento

Sono stati attivati i primi autovelox fissi del consistente lotto promesso per fronteggiare le tante emergenze della SS 268, la strada che dovrebbe salvare un milione di persone da un’eruzione del Vesuvio e che invece è tanto pericolosa e malfatta da essere nota come “statale della morte”. Se leggete i commenti degli utenti abituali alla notizia, vi accorgete che c’è una lamentela ricorrente. La solita: passare da un giorno all’altro dall’anarchia all’autovelox provoca brusche frenate e differenze di velocità fra chi sa e chi no. Dunque, rischi di tamponamento.

Non facciamo i moralisti tirando fuori la solita tesi secondo cui, se tutti rispettassero i limiti come si deve, il problema non si porrebbe: sappiamo che il problema esiste comunque e andrebbe risolto.

Per provarci, bisognerebbe prendere in considerazione due idee:

– alzare i limiti di velocità, spesso ridicoli perché decisi quando controlli di velocità efficaci non ce n’erano e quindi l’unica deterrenza vera era legata all’avere un limite basso;

– avvisare gli utenti con tutta l’evidenza possibile, seguendo l’ultimo esempio di Milano.

  • Fabrizio |

    Bene, si adegueranno. E faranno meno i “fenomeni”. Due mesi di test e se qualcheduno ci rimette, sarà comunque il prezzo giusto da pagare per far rispettare i limiti.

  • Renzaccio |

    I segnali devono essere sul terreno.

    Il problema attuale è la sovrabbondanza di segnali (a volte il limite di velocità cambia 3 volte in 500 metri).
    Il guidatore ha già grossi problemi a controllare il traffico caotico e la strada: i limiti vanno indicati ANCHE sulla strada, dove sicuramente li vede.

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