Non è la prima volta che viene arrestato un prefetto. E il rappresentante del Governo finito oggi ai domiciliari, Ennio Blasco, aveva già avuto guai giudiziari per presunte irregolarità nella gestione di quel bubbone che sono i veicoli sequestrati, in un posto ad alto rischio come Napoli. Peraltro, ci sono stati prefetti arrestati per molto di più, come appalti multimilionari. Ma quella di oggi non è una notizia da sottovalutare: le contiguità prefettizie che sarebbero emerse riguardano un gruppo imprenditoriale che ha una lunga storia di coinvolgimenti giudiziari tra camorra e politica. E quel che si contesta a Blasco è di essere stato corrotto per commettere irregolarità sull'emissione di certificati antimafia, che avrebbero consentito a società di questo gruppo di ottenere appalti e incarichi. Tra cui quello, eclatante, della vigilanza alla Regione Campania.
Ma c'è un altro incarico importante: il trasporto degli incassi dai caselli di Autostrade per l'Italia. Sarebbe il secondo caso conclamato in cui il principale gestore di autostrade in Italia si affida a imprese in odor di camorra.
Si potrà argomentare che proprio le irregolarità nelle certificazioni antimafia sollevano Autostrade per l'Italia da responsabilità. però gli imprenditori arrestati sono famosi per aver dominato il settore della vigilanza privata su un territorio difficile come quello della Campania e per aver avuto storicamente contatti con personaggi eccellenti della politica locale e della camorra. E già nel caso di infiltrazione criminale che l'ha riguardato in precedenza il gestore autostradale "si è fidato" di un Durc che era facilmente verificabile e che è risultato contraffatto.
Dunque, si può almeno dire che un po' di attenzione in più non guasterebbe.