Ormai è chiaro: il caso T-Red si è sgonfiato. Ieri, dopo tante altre (tra cui quelle per Segrate e Gaglianico), sono arrivate anche le assoluzioni per il processo di Verona, il primo di tutti (che poi portò al sequestro di 250 apparecchi montati in mezza Italia e all'apertura di fascicoli da parte di tante altre Procure). "Il fatto non sussiste", hanno deciso i giudici veronesi assolvendo il fornitore esclusivista nazionale dei T-Red il sindaco di Illasi e il comandante del Corpo di polizia locale dell'Unione dei Comuni Verona Est.
Un esito che tra gli addetti ai lavori si prevedeva già quattro anni fa.
I reati erano e le relative ipotesi erano le stesse per cui ancora oggi si procede altrove (per esempio, Busto Arsizio, Monza, Cassino): truffa aggravata (secondo l'accusa, il giallo fissato a quattro secondi sarebbe stato troppo breve), falso e abuso d'ufficio (perché i verbali venivano redatti dai privati fornitori degli apparecchi e perché i dati delle rilevazioni venivano scaricati dagli stessi privati con sistemi che consentivano di alterarli prima di trasmetterli ai vigili per la validazione definitiva, per cui di fatto venivano annullate direttamente dal privato alcune immagini).
Insomma, sono praticamente le stesse cose già smontate il mese scorso a Milano dalla sentenza su Segrate, tranne le accuse sulla gara truccata per l'appalto di fornitura (unica imputazione che ha portato a condanne a Milano). Vedremo se le motivazioni (che arriveranno tra un mesetto, si prevede) saranno analoghe.
A questo punto, è probabile che finiscano in modo analogo anche gli altri processi ancora aperti. Anche se non si sa mai: ogni caso fa storia a sé e non è raro che casi uguali vengano trattati in modo diverso da giudici diversi. O, magari, talvolta anche dallo stesso giudice: ricordo alcuni ricorsi decisi dalla Prefettura di Salerno una quindicina d'anni fa su multe per eccesso di velocità in corrispondenza dello stesso svincolo dell'A3.
In ogni caso, bisognerà poi anche vedere se le Procure ricorreranno in appello.