Paolo Martinello non è uno sprovveduto: è un avvocato affermato. E, pur essendo da tempo immemore presidente di una grossa associazione di consumatori (Altroconsumo) con il consueto corollario di apparizioni su radio e tv, non soffre di particolari smanie di protagonismo. Dunque, ci dev'essere un motivo serio se ha deciso di lanciare Altroconsumo in una battaglia forte che sembra persa in partenza: invitare la gente a chiedere alle case automobilistiche il rimborso per i soldi spesi in più per il combustibile rispetto a quello che si sarebbe dovuto spendere se davvero le vetture consumassero quanto viene ufficialmente dichiarato. A sostegno della richiesta, Altroconsumo offre un sistema di calcolo della differenza tra il consumo reale e quello dichiarato.
Di sicuro il motivo serio non è la possibilità di ottenere davvero il rimborso: per quanto la differenza tra dati reali e dati dichiarati ci sia di sicuro e sia notevole, occorrerebbe che ciascun automobilista la quantificasse esattamente nel suo caso specifico. Cioè non sulla base delle prove svolte dai tecnici delle associazioni dei consumatori, ma sulal base di una perizia personalizzata che tenga conto anche di come l'interessato guida e su che tipo di strade: per fare solo un esempio, chi ha l'abitudine di tenere la terza marcia a 50 all'ora non potrà addebitare solo all'auto i consumi che certamente non saranno contenuti.
E allora c'è dell'altro dietro l'iniziativa di Altroconsumo. Probabilmente è la necessità di fare pressione sulle autorità europee. Infatti, il problema della differenza tra consumi reali e consumi dichiarati è noto da sempre ed è molto sentito da un decennio. Così la stessa Commissione Ue ha smesso di tenere la testa sotto la sabbia e si è impegnata ad affrontare il problema. Ma è già passato tanto tempo da quando lo ha fatto e non è ancora arrivata a una conclusione. Ecco, evidentemente Altroconsumo vuol far suonare una sveglia a Bruxelles. Speriamo ci riesca.