In origine riuscivano anche a ridurre i poliziotti della Stradale a vigilantes di lusso, contro le rapine ai caselli e reati vari nelle aree di servizio. La giustificazione era che loro forniscono ai reparti che operano in autostrada caserme e veicoli di servizio. Poi i gestori autostradali hanno dovuto fare i conti con le lamentele dei sindacati di polizia e con le carenze negli organici delle forze dell'ordine. Così non ottengono più di tanto. Magari hanno mantenuto l'abitudine di chiamare le pattuglie anche per inezie, come può essere un litigio tra una commessa di un autogrill e il suo capo. Però hanno dovuto abbandonare l'idea di avere i vigilantes a disposizione. In un primo momento, se li sono pagati. Ora sembra che risparmino sulla vigilanza e fanno sbottare gli operatori del settore.
Si spiega probabilmente così il racconto di un paio di settimane, al Corriere della Sera, del presidente di Assovalori, Antonio Staino. A proposito di una rapina da 295mila euro al casello di Seriate (Bergamo) il 17 gennaio, Staino ha detto che sarebbero bastati appena 30 euro per evitarla. Autostrade per l'Italia (Aspi) stava facendo trasportare l’incasso di una giornata di pedaggi dell'A4 a due dipendenti su un furgoncino normale, anziché avvalersi del «punto ritiro», cioè il servizio di trasporto espletato da due guardie, armate e con giubbotto antiproiettile su un mezzo blindato.
Questo servizio costa, appunto, una trentina di euro. Merito della condivisione dei costi: le guardie prelevano gli incassi da vari clienti, ognuno dei quali si trova quindi a coprire solo una parte degli oneri del trasporto.
Può anche essere che alla fine Aspi trovi comunque conveniente rinunciare ai portavalori perché la statistica glielo dimostra. Però colpisce che cifre di quela rilevanza viaggino su un normale furgoncino assieme a due inermi lavoratori.