Sono stati fulminei. Gli sconti sui pedaggi per i pendolari, promessi un mese fa dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi per placare le polemiche sugli ennesimi rincari tariffari poco giustificati agli occhi di tutti noi, sono già in vigore dal 1° febbraio. Ma ora si spera che dietro tutta questa rapidità non ci sia la voglia di continuare a nascondere l'opacità del meccanismo che determina gli aumenti, perché – aldilà delle parole – gli strumenti concreti che si è dato il Governo per incidere sul meccanismo sono pochi e poco efficaci. E comunque non è proprio vero che gli sconti appena entrati in vigore siano così appetibili come sembra.
Infatti, scattano a partire dal 21° transito mensile in poi e salgono in modo graduale di un punto percentuale per volta, raggiungendo il 20% promesso solo al 41esimo transito (cioè dopo il ventesimo giorno di avanti-indietro, perché contano i transiti su una singola tratta e quindi un pendolare ne copre due al giorno). Quindi anche il pendolare che effettivamente è tale ma per ferie, cassa integrazione (non così rara di questi tempi) o malattia lavora in un mese fino a 10 giorni perde ogni sconto. E, se non arriva a lavorare per almeno 21 giorni sui 23 lavorativi di cui in genere è composto un mese (42 tratte), non avrà mai lo sconto del 20%, ma perderà un punto percentuale per ogni tratta "mancante". Giusto per darvi un'idea, in appendice a questo post vi riporto i calcoli che si è fatto un pendolare doc com'è Paoblog.
Ecco i calcoli e l'opinione di Paoblog.
Dalle mie parti si dice che piuttosto che niente, è meglio piuttosto, tuttavia calcolatrice alla mano gli sconti proposti, per quel che riguarda il mio tragitto per arrivare a Milano, pari a circa 13 km. in autostrada (che diventano 20 se faccio la Statale) non sono certo stimolanti.
Il pedaggio attuale è di € 2,30 ed ipotizzando 21 passaggi al mese, andata e ritorno, spenderei 96,60 €.
Leggendo la scontistica vedo che i primi 20 passaggi sono a prezzo pieno, ho verificato che su un totale di 42 passaggi andrei a risparmiare 5,74 €. Buttali via, ma come sconto reale di fatto è pari al 6%.
D’altro canto sarebbe ben più equa una riduzione per tutti nei tratti autostradali interessati da lavori che non finiscono mai, cantieri sempre aperti (e spesso inattivi), riduzioni del numero delle corsie e della larghezza delle stesse, limiti di velocità tra gli 80 ed i 110 kmh., corsie di emergenza assenti, poche piazzole di sosta (inglobate nei cantieri) ed un manto stradale schifoso.
Ieri rientravo a casa, pioveva forte e ad un certo punto il camion davanti a me ha frenato bruscamente spostandosi a lato di un buon metro… (spero che abbia guardato nello specchietto)… la ragione? Una serie di buche sulla seconda corsia, che in quel caso era la prima.
Insomma, mi dai un servizio di bassa qualità (e sicurezza) e lo devo pagare a prezzo pieno?
D’altro canto ha ragione SicurAuto quando fa notare che: “…i gestori parrebbero imprenditori a rischio zero: in linea generale, se il traffico aumenta, allora le concessionarie possono alzare i pedaggi, perché devono investire nelle modernizzare le infrastrutture. Se invece il traffico cala, per via della crisi o di altri motivi, allora i pedaggi salgono ugualmente: il gestore altrimenti andrebbe in perdita.
Resta il fatto che per andare al lavoro utilizzo soprattutto la Statale visto lo scarso traffico (colpa della crisi, dei costi, ecc) riesco a mantenere uno stile di guido regolare e contenere i consumi, limitando lo stress. Almeno finchè non entri in città…
E più aumentano i pedaggi e più, anche negli spostamenti privati, entriamo in autostrada un casello dopo (e viceversa in uscita) ed alla fine si tratta di circa 50 cent al colpo. Se poi, al sabato, vado a Milano ed esco a Rho, e ritorno per la Statale, spendo 3,20 € invece che 4,6 €. Altro che sconto 6%…