Tanta fantasia e non di rado abusiva, abbiamo scritto l’altro ieri delle normative regionali sul bollo auto. Ma, tra le casistiche che hanno allargato certe possibilità e ristretto certe altre secondo le zone e gli interessi in gioco, nessuno si è dato la pena di pensare alle (legittime) esigenze delle grandi imprese dell’autotrasporto. Da vent’anni le invitiamo a crescere stracciandoci le vesti perché il settore è frammentatissimo e poi trattiamo imprese con un parco di 500 mezzi come il signor Rossi che ha solo la sua Punto: 500 versamenti diversi, tutti da predisporre. E da moltiplicare per tre, visto che per ovvie ragioni di liquidità queste aziende si avvalgono della facoltà loro concessa (bontà del legislatore) di frazionare i pagamenti in quadrimestri.
E dire che le Regioni col pagamento cumulativo risparmiano anche loro, sulle spese di accertamento. Ma solo poche stanno dando corso alla possibilità di stabilire versamenti cumulativi data dalla legge nazionale 99/2009, peraltro solo alle società di leasing e senza calmierare i prevedibili ricarichi di questi operatori sui clienti. E soltanto la Lombardia ha pensato (peraltro quest’anno, quindi abusivamente perché nel 2012 la Consulta ha detto che ancora oggi le Regioni possono legiferare solo su questioni tariffarie) di estendere la possibilità di pagamento cumulativo alle società di noleggio.
Dovrebbe pensarci lo Stato a metterci una pezza. E invece per lo Stato il bollo auto è come se non ci fosse più, anzi c’è solo perchè è il presupposto del superbollo, che va a lui ed è un’addizionale (salata) del bollo. Nemmeno la delega fiscale in discussione in Parlamento contiene una-riga-una sul bollo. Noi automobilisti ringraziamo per la cortese attenzione…