D'accordo, era sabato e da sempre questo è l'unico giorno della settimana in cui gli autoriparatori italiani "si concedono" di fare attività fuori dall'officina. E fino a una decina di anni fa c'erano eventi ai quali si riusciva a farne partecipare un migliaio. Ma di questi tempi sono da considerare tanti i 600 tra carrozzieri, medici e patrocinatori che sabato scorso sono stati a Bologna rispondendo all'appello alla mobilitazione contro le restrizioni ai risarcimenti previste dal pacchetto Rc auto previste dal Dl Destinazione Italia.
Significativamente, tra i non pochi politici intervenuti a curare l'orticello elettorale, gli unici ad aver preso applausi convinti sono stati i grillini. Non so se qualcuno abbia spiegato a questi ultimi che il caro-Rc auto non è colpa solo degli oligopoli finanziari che controllano le assicurazioni e che una fetta non secondaria di responsabilità ce l'hanno pure alcuni che erano presenti alla mobilitazione (la Rc auto è un ammortizzatore sociale occulto). Ma è certo che da una parte il Paese ha una voglia di pulizia rappresentata soprattutto dai grillini, dall'altra questo stesso Paese si è compromesso con se stesso al punto che ora è difficile distinguere tra "buoni" e "cattivi".
Le difficoltà aumenteranno tra oggi e domani, quando esporranno le loro ragioni le compagnie (alle 14,30 l'Ania presenterà uno studio della Boston Consulting) e la parte meno dura degli autoriparatori (che presenterà le sue proposte ai parlamentari per emendare il Dl).
Domani vi terrò informati con un articolo sul Sole 24 Ore. Poi torneremo a commentare tutto qui sul blog.