L'ultimo veleno dal pentolone della viabilità romana riguarda le "telemulte": sembra che siano state segnate le targhe di veicoli visti in divieto di sosta sugli schermi della centrale operativa dei vigili. L'ordine sarebbe venuto dal nuovo comandante, su pressione del sindaco, Ignazio Marino: evidentemente il noviziato di entrambi li spinge a prendere iniziative di quelle che fanno parlare. Vedremo se vorranno solo far parlare e si fermeranno qui (consci che in una città senza mezzi pubblici credibili com'è Roma l'unico modo per tirare avanti è far andare la gente in auto, tollerando molto la conseguente anarchia) o se sono davvero convinti di ciò che fanno.
Nel frattempo, cerchiamo di capire i termini giuridici della vicenda.
Si dice che i verbali per le infrazioni già rilevate resteranno nel cassetto perché le telecamere della sala operativa non hanno un sistema di registrazione e quindi diventa difficile dare la dimostrazione dell'illecito. In effetti, questo è un problema: già in passato sono anche stati usati strumenti non omologati (o approvati) dal ministero delle Infrastrutture, ma questi avevano almeno un sistema di registrazione. Citiamo il caso del sorpassometro prima che fosse omologato: poteva essere usato solo quando in sala operativa c'era un agente a visionare in diretta le immagini, però teneva le immagini in memoria. Dopo l'omologazione al funzionamento automatico (che in pratica era la verifica che il sistema riconoscesse già di suo i sorpassi vietati) è diventato possibile usarlo anche senza che i monitor in sala siano presidiati: basta che periodicamente un agente visioni le immagini riprese nei giorni precedenti, in modo da convalidarle.
In generale, una telecamera non omologata per il funzionamento automatico serve come se fosse il taccuino di un vigile, cioè come supporto alla sua memoria e alla sua vista (soprattutto per la lettura della targa). Ecco perché è importante che resti una registrazione delle immagini.
Nel caso del divieto di sosta, però, si apre un altro problema. Non essendo una di quelle infrazioni per le quali sono previsti controlli automatici senza presenza di agenti (tranne che per un comma bislacco di una "lenzuolata Bersani" del 2006, tanto bislacco da essere caduto nel dimenticatoio), si giustifica la mancata contestazione immediata al trasgressore col fatto che questi non era presente al momento dell'accertamento. E infatti questo ha giocato molto nel caso delle multe a strascico, per le quali peraltro anche Roma sta provando ad attrezzarsi giusto ora. Come si giustificherebbe la mancata contestazione immediata in questo caso?