L'attenzione del presidente Napolitano non fa calare le preoccupazioni nella Terra dei Fuochi. Anzi, forse proprio perché sanno che in questo momento di riflettori accesi si può ottenere il massimo impegno delle istituzioni per bonificare dai rifiuti tossici interrati per decenni il territorio tra il Casertano e il Basso Lazio, le popolazioni locali e i loro rappresentanti tornano a chiedere interventi. In queste ore ha trovato eco mediatica l'appello dei vescovi, ma non c'è solo quello. C'è anche qualcosa che riguarda le autostrade: il comitato antimafia "Antonino Caponnetto" di Latina riprende le dichiarazioni del casalese Carmine Schiavone sui rifiuti tossici interrati sotto l'A1 Roma-Napoli e/o nelle sue vicinanze e chiede accertamenti alla Dda di Roma (Download A1 rifiuti tossici Esposto alla DDA di Roma). Il tratto incriminato andrebbe da Colleferro fino al confine con la Campania.
I fatti sarebbero avvenuti a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, quando appunto da Roma a Napoli si stava appunto aggiungendo la terza corsia. Un problema analogo a quello tornato d'attualità sull'A4 nel Bresciano.
Vedremo ora se la Dda riterrà che ci siano stati già abbastanza accertamenti e indagini in passato o se deciderà di intervenire come ha appena fatto sulla stessa autostrada col cavalcavia del casello di Ferentino, costruito con difetti da un'azienda sospettata di camorra e chiuso ormai da due mesi, con problemi rilevanti per il traffico locale. Ma in questo caso un intervento avrebbe ripercussioni anche sul traffico di lunga percorrenza, perché potrebbero essere interessate parti della carreggiata.
Dando notizia della vicenda dell'A4, abbiamo parlato dell'aria analoga ma tanto diversa che invece negli anni Sessanta aveva accompagnato la costruzione di quelle stesse autostrade, con un'Italia in crescita che faceva i suoi scempi ma in nome di un bene comune, mentre poi si è badato al bene di chi poteva imporsi su tutti. Stavolta viene in mente un'altra immagine: quella di un Paese già in crisi che deve fare i conti con le conseguenze di quel passato proprio mentre ha meno risorse da spendere in bonifiche. Guardate anche il caso dell'Ilva di Taranto…