Sorpresa: con una rapidità insospettabile, il ministero dello Sviluppo economico ha imposto il raddoppio (da cinque a 10 milioni di euro, per i soli danni a persone) del massimale minimo dell'assicurazione Rc auto ai bus. Ha approfittato del primo provvedimento utile in materia, quel decreto legge Destinazione italia (Dl 145/2013), pubblicato ieri sera sulla "Gazzetta Ufficiale" e in vigore da oggi (peraltro bisognerà che una circolare chiarisca se e come vanno adeguate le polizze già in essere), che contiene come già si sapeva un corposo pacchetto Rc auto. Si tappa così la falla mostrata dalla tragedia di Acqualonga e, almeno a prima vista, pare che la nuova norma nazionale non cozzi con quella europea (direttiva 2005/14). Quindi, non sembra si debba temere una procedura d'infrazione.
Curiosamente, al ministero dello Sviluppo sono stati ben più rapidi rispetto ai colleghi delle Infrastrutture, dove ad oggi l'incidente di Acqualonga (40 morti, la più grande sciagura avvenuta sulle strade italiane) non ha spinto nessuno ad aprire nemmeno una timida indagine conoscitiva. Al contrario, ha convinto qualcuno ad alzare un muro di gomma.
Adesso le imprese dell'autostrasporto passeggeri attendono di capire quanto questo aumento del massimale peserà sui costi assicurativi. Certo, le più serie dovrebbero già da sempre aver volontariamente sottoscritto polizze adeguate, ma sapete com'è la crisi. E così queste aziende si ritrovano a pagare di fatto un pedaggio in più: se l'incidente di Acqualonga ha avuto quel tragico bilancio che ora costringe ad alzare il massimale minimo, probabilmente è perché una protezione laterale di un'autostrada a pedaggio non ha retto come avrebbe dovuto.