Quante volte, guidando all'estero, vi è capitato di cercare un'autostrada, vedere un segnale blu che poteva fare al caso vostro e non seguirlo per l'abitudine italiana ad abbinare alle autostrade il colore verde. O quante volte avete visto segnali con simboli sconosciuti e magari anche poco intuitivi? Tranquilli, vi capiterà ancora: la Ue non ha alcuna intenzione di imporre una segnaletica uguale in tutti gli Stati membri. A Bruxelles hanno dovuto affrettarsi a smentirlo, dopo che si erano sparse voci che volesse farlo e un fremito di campanilismo aveva fatto levare gli scudi agli inglesi.
Così ci terremo le differenze nazionali che già abbiamo. Ricordando che nella segnaletica ci sono sì convenzioni internazionali, ma che esse si limitano a disciplinare gli aspetti principali (lasciando fuori altre cose come il tipo di carattere che va usato per le scritte e i colori per i segnali d'indicazione).
L'uniformità ci sarebbe voluta. Sia per evitare lo spaesamento di certi guidatori quando vanno all'estero (e possono combinare disastri) sia per dare la massima affidabilità ai sistemi di assistenza al guidatore che leggono la segnaletica.
Ma niente paura: stiamo facendo solo un discorso teorico. Pensate che in Italia ci sono differenze di segnaletica anche tra zona e zona. Di più: alcuni enti proprietari di strade usano persino segnali prodotti da aziende non certificate. E magari lo fanno solo per un lotto destinato a sostituire altri cartelli danneggiati o mancanti, per cui anche su una strada in regola può spuntare un segnale fasullo. Con queste premesse, sarà difficile che un sistema di lettura a bordo possa mai funzionare davvero bene.