Chissà che cos’hanno raccontato ai deputati Covello e Castricone, per convincerli a presentare due emendamenti alla legge di stabilità che si presentano come favorevoli all’Aci. Certo, tutte le modifiche legislative vanno a favore di qualcuno e quasi tutte sfavoriscono contemporaneamente qualcun altro. Però in questo caso parliamo di cose che non hanno alcuna utilità pratica per alcuno. Vediamo.
Il primo emendamento, il 1.882, appoggia presso il Pra la ricerca dei Comuni sui veicoli per accertare quando non sono assicurati. La lotta all’evasione della Rc auto è cosa buona e giusta (ammesso che poi qualcuno faccia qualcosa per rimuoverne la causa principale, che è il caro-polizze). Però sono due anni che qualcun altro ha già deciso – e messo in nella legge 183/2011, regolarmente vigente – che l’archivio di riferimento deve essere quello della Motorizzazione. Giusto o sbagliato che sia (può essere che anche la norma del 2011 sia stata ispirata da interessi particolari), la Motorizzazione ha lavorato con le compagnie e ora l’archivio è quasi pronto. Che bisogno c’è di farne un altro, peraltro in tempi di spending review (perlomeno a parole)? E infatti l’emendamento in questione è stato dichiarato inammissibile per mancanza di copertura finanziaria, anche se successivamente è stato riammesso. Lasciando ancora una minima speranza all’Aci, che da tempo si stava preparando a fare da stampella alla lotta all’evasione proponendo il suo Pra come soluzione al problema, ogni volta che lo denunciava con le sue stime, riprese regolarmente da tutti i media.
Il secondo emendamento, l’1.887, è invece naufragato senza appello. Avrebbe inserito Aci Storico, il registro appena creato dall’Aci affiancando quelli di altri soggetti già esistenti, tra le organizzazioni abilitate ad attestare la “storicità” di determinati veicoli. La storicità serve a farsi inquadrare dal Codice della strada nella cerchia dei veicoli che, se conservati sufficientemente bene (ma su questo gli appassionati hanno dubbi, visti certi obbrobri che si vedono in giro, in particolare sulle gomme), vengono in qualche modo tutelate: in attesa (ultradecennale) di revisioni “semplificate ad hoc”, la tutela si concretizza in permessi di circolare anche quando per gli altri veicoli vecchi è vietato e nel diritto a pagare solo un minibollo forfettario. Sotto quest’ultimo profilo, l’emendamento avrebbe previsto una cosa buona, sottraendo l’agevolazione (che risale al 1999) all’arbitrio delle Regioni, a volte in strana sintonia con le altre associazioni che già oggi sono autorizzate ad attestare la storicità: in pratica, queste Regioni impongono a chi vuol fruire dell’agevolazione di pagare una costosa iscrizione, mentre con Aci Storico viene calmierato il mercato (perché invece dell’iscrizione si paga solo l’attestato). Ma forse non c’era bisogno di un nuovo soggetto come Aci Storico: sarebbe bastato frenare gli arbìtrii.
Insomma, l’indicazione che viene da questi due emendamenti è sempre la stessa: l’Aci ha paura di vedersi sottrarre il Pra, che è la sua risorsa economica più importante e ora con la crisi s’indebolisce (meno veicoli si comprano, meno pratiche si fanno e meno emolumenti vanno all’ente). Così, qualcuno si muove con iniziative che, nella ressa degli emendamenti, introdurrebbero novità utili più all’Aci che ai cittadini.