Dev'essere una maledizione, quella delle Opel a gas. Dopo una prima serie di modelli arrangiati in fretta e furia con questa variante di alimentazione per approfittare dei robusti incentivi di quegli anni, la casa tedesca si era bruciata l'immagine. E dal 2010 aveva cercato di ricostruirsela studiando meglio l'impianto a Gpl, con qualche risultato. Ora però si scopre che anche questa seconda serie ha i suoi problemi: non solo di cattivo funzionamento a gas, ma anche di surriscaldamenti vicino alla pedaliera, puzza di gas e altro.
Oltre ai forum e alla pagina Facebook sull'argomento, a testimoniare che più di qualcosa non va ci sono stati una puntata di "Mi manda Raitre" e le segnalazioni ricevute dall'Unione nazionale consumatori. Il responsabile auto dell'Unione, Raffaele Caracciolo, ha chiesto al costruttore di farsi vivo. Chi volesse unirsi alle segnalazioni che gli sono giunte, può scrivergli all'indirizzo info@consumatori.it
Filo conduttore di tutto è l'assenza di spiegazioni da parte della Opel. Che tra l'altro sta perdendo un'ottima occasione per dimostrare le proprie buone ragioni. Per esempio, che gli stessi modelli sotto accusa in Italia vanno benissimo in Olanda, dove la qualità del gas è migliore, sia pure a scapito del prezzo (che noi italiani preferiamo stracciato perché il gas si sceglie praticamente solo per sottrarsi alla morsa del fisco sui combustibili). Un'altra scomoda verità è che la manutenzione di una vettura a gas è più delicata, direi incompatibile con l'atteggiamento di molti che chiedono al meccanico il massimo risparmio. Così può capitare che – per ignoranza, superficialità, standardizzazione (capita soprattutto rivolgendosi alle grandi catene dell'autoriparazione) o su richiesta del cliente – non si sostituisca il filtro del gas, che s'intasa e fa andare la macchina a benzina più di quanto necessario. Magari c'è pure qualcuno che – non abituato alle auto a gas, cui si è convertito solo per il caro-benzina – non sa che gli impianti moderni prevedono in automatico il passaggio saltuario all'alimentazione a benzina, per preservare il motore.
Sono cose riscontrate da altri costruttori, in Italia. Proprio per questo, la Opel potrebbe utilizzarle a sua difesa. Ma non lo fa. Perché?