Mediaticamente pare abbia funzionato: l'etichetta che "fotografa" le caratteristiche delle gomme, nel suo primo anno di obbligatorietà, viene presa come base per decidere un acquisto da due automobilisti su tre, anche se spesso le statistiche le fanno i soggetti interessati e quindi nello stesso periodo se ne possono trovare altre che dicono l'esatto contrario. Ma siamo sicuri che funzioni anche nella sostanza? In altre parole, chi garantisce che a un'etichetta che riporta risultati ottimi quanto a risparmio di carburante e sicurezza corrisponda poi un pneumatico davvero ottimo?
Non garantisce nessuno. Prima di tutto perché originariamente l'etichetta era stata pensata solo per classificare i vari modelli ai fini del risparmio di carburante che consentivano. Lo ha testimoniato a SicurAUTO.it Luca Pascotto, esperto della Fia che a Bruxelles segue tutte le questioni più importanti su sicurezza e mobilità.
Così, per esempio, oggi il rating che esprime il grado di sicurezza di una gomma si basa solo sulla frenata su fondo bagnato, mentre non tiene conto di almeno un altro fattore fondamentale come la capacità di evitare l'aquaplaning. Anche per questo può capitare che gomme con prestazioni notoriamente diverse abbiano poi un'etichetta che riporta valutazioni uguali.
E poi c'è – più banalmente – il problema delle frodi: si sa fin dal debutto dell'etichetta che qualcuno la tarocca, vantando quindi caratteristiche che non ha. Ma finora non si ha notizia di grandi controlli. Quindi occhio alle etichette: fissate bene la grafica originale e potrete scoprire il tarocco.