Una bolla di sapone, per ora. La sfida giudiziaria lanciata rabbiosamente dalla Fiat a Michele Santoro, Corrado Formigli e alla Rai – rei di averla messa in cattiva luce in una "prova su pista" trasmessa ad Annozero nel bel mezzo delle polemiche sulla crisi del gruppo e della sua sostanziale fuga in America – è stata "smontata" in appello dal Tribunale di Torino, che ha annullato le condanne di primo grado. Si vedrà se la Fiat arriverà in Cassazione e la scelta appare più di natura politico-psicologica. Ma ai nostri fini è più importante capire che cosa dice la sentenza. Scopriremo che è una sorta di regalo a giornalisti che, per fretta e inesperienza, si erano messi in una brutta situazione.
Dunque, la Corte d'appello di Torino ha sostanzialmente detto che un giornalista può anche fare paragoni parziali e basare i suoi giudizi solo su aspetti di dettaglio. Tutto lecito, scrivono ripetutamente i giudici. L'unico limite è che tutte queste cose parziali siano vere. E nel caso-Formigli lo erano.
Potete pensare che sia una sacrosanta difesa dell'autonomia dei giornalisti, già sostanzialmente vilipesa dai fatti della vita di tutti i giorni. Potete anche pensare che sia l'ennesima sentenza che invece salvaguarda una casta. Ognuno si tiene le proprie idee, spesso preconcette e fìglie di slogan.
Io vorrei solo che ragionaste sulla realtà, quella vera. Che è questa. Purtroppo, per fare una trasmissione che ogni settimana metta insieme talk-show e inchiesta, i giornalisti che se ne occupano devono fare i salti mortali. Ogni volta devono paracadutarsi su realtà che non di rado conoscono solo per sentito dire e devono mettere assieme un servizio in 48 ore, massimo 72. Aggiungeteci che quando si tratta di tv (e sempre di più anche sul web, per i famosi contenuti multimediali) queste ore non devono solo servire a capire la situazione che poi si deve spiegare al pubblico, ma anche a fare riprese video che "rendano appetibile il prodotto".
Quindi, sono convinto che il povero Corrado Formigli avesse il problema di dover dimostrare una grande e importante affermazione (quella dell'inferiorità degli investimenti Fiat rispetto alla concorrenza più qualificata) avendo a disposizione quello che era facile trovare. E in quel momento di "pronto in cucina" c'era solo la prova di Quattroruote, che peraltro è stata utilizzata in modo parziale (come dice il giudice): si è presa la sola parte di guida su pista, dove l'Alfa Mito usciva peggio rispetto alle concorrenti) e non anche quella su strada, dove la Mito recuperava.
L'unico modo per dimostrare la tesi da cui era partita e alla quale doveva arrivare la trasmissione era appunto fare come è poi stato fatto.
Ora, in effetti la Mito non è altro che una Fiat Punto con una carrozzeria più accattivante e meno funzionale e con una parte alta della gamma che monta motori preclusi alla Punto. Quindi era questo che il servizio di Formigli avrebbe dovuto raccontare, aggiungendo che questa progettazione al risparmio poi mostra tutti i suoi limiti in pista, come Annozero ha in effetti mostrato.
Però di qui a dire che la Fiat è in crisi per questo ce ne corre. Perché il cliente medio non lo sa nemmeno che la Mito non è altro che una Punto "travestita da sportiva" (semplifico): di solito guarda se gli piace l'estetica, quanto costa e, se ha esigenze di spazio, controlla che la capacità di carico sia adeguata. Come volete che si accorga delle differenze di comportamento sui strada, se viaggia spesso nel traffico e non ha le capacità di guida necessarie per capire davvero una vettura?
Questo spiega come mai persino la Bmw si stia dando alla trazione anteriore, peraltro dopo aver visto che la Mercedes ha fatto altrettanto con la Classe A e ha avuto un gran successo.
Non sto dicendo che Annozero non facesse bene a prendersela con la Fiat. Solo che, per la solita mancanza di tempo, l'ha bastonata dalla parte sbagliata.