Il ministero delle Sviluppo economico ha appena precisato che l'abolizione del contrassegno dell'assicurazione Rc auto non comporterà l'obbligo di mettersi un nuovo dispositivo a bordo: troppi avevano confuso la dematerializzazione, effettivamente prevista per legge (scatterà per tutti nel giro di due anni), col contrassegno elettronico (una card e/o una centralina elettronica). Ma ieri la confusione è stata rilanciata, credo involontariamente, dal presidente dell'Ania, Aldo Minucci: avvicinato dai giornalisti al margine di un convegno del Sole-24 Ore, ha parlato proprio di contrassegno elettronico.
E allora chiariamo che il sistema che si è scelto è totalmente diverso. In sostanza, sui veicoli non ci sarà più nulla: i controlli saranno affidati a collegamenti delle forze dell'ordine con l'archivio centrale delle polizze che la Motorizzazione ha ormai quasi del tutto approntato, con la collaborazione dell'Ania.
Quando gli agenti ci fermeranno, verificheranno la nostra copertura assicurativa mettendosi in contatto con la loro centrale (collegata con la Motorizzazione) o direttamente con l'archivio centrale.
E gli apparecchi che fanno controlli automatici su velocità, semafori, zone a traffico limitato eccetera – se saranno riomologati anche per le verifiche assicurative e si cambierà la parte di articolo 201 del Codice della strada che disciplina proprio i controlli automatici – leggeranno la nostra targa anche se non stiamo commettendo alcuna infrazione e la trasmetteranno all'archivio centrale, che dirà se siamo assicurati o no. In quest'ultimo caso, partirà un verbale per evasione dell'obbligo assicurativo (costa 841 euro – riducibili a 210,25 se la copertura viene riattivata entro 30 giorni dalla scadenza – e il sequestro del veicolo).
Dunque, non c'è bisogno di alcun apparato di bordo. Va detto che quando si discuteva della dematerializzazione alcune aziende hanno proposto di far adottare loro apparati. Alcune sono scatole nere, altri sono centraline elettroniche in grado di memorizzare altri dati utili per ulteriori controlli (come per esempio la data di revisione e quella di scadenza del bollo) o per erogare servizi al guidatore (come per esempio il pagamento dell'accesso in zone come l'Area C di Milano).
Ma alla fine ha prevalso l'idea di non imporre nuovi apparati di bordo, sia per non interferire con le norme europee (che sono le uniche a poter fissare quali equipaggiamenti sono obbligatori sui veicoli) sia per evitare altri costi a carico del proprietario del mezzo (sia pure in cambio di eventuali servizi supplementari).