Mamma investita con i figli – Muoiono più bambini non allacciati al seggiolino che investiti da altre auto. E il Tutor qui non serve

La commozione è tanta, quando – come è accaduto ieri sera a Milano – muore una mamma con un nascituro di sette mesi e il primogenito di quattro anni. Se poi il guidatore che li travolge è un giovane, apriti cielo. E così si avvia il baraccone di articoli e comunicati stampa, che vi lascio leggere da soli (tanto in queste ore l'argomento tiene banco). Credo sia più produttivo fare un paio di riflessioni su altrettanti particolari.

1. I bambini investiti sono relativamente pochi: per il 2012, l'Asaps ne ha censiti 14. Molto più preoccupante è il bilancio dei bambini morti nello stesso periodo in incidenti nei quali erano passeggeri di un veicolo (di un'auto, quasi sempre). E queste tragedie accadono perché siamo genitori attenti a non far prendere il minimo colpo di freddo a nostro figlio, ma poi non lo allacciamo correttamente ai seggiolino (peraltro obbligatorio per legge fino a quando il bimbo arriva a essere alto 1,50). Spero che le cifre dell'Asaps smuovano almeno qualche genitore. Ne basta uno, come diceva Oskar Schindler a proposito degli ebrei salvati dai rastrellamenti nazisti. Il problema di fondo è che siamo profondamente ignoranti: continuiamo a credere che chi viaggia sui posti posteriori non abbia bisogno di cinture e purtroppo continuiamo a vedere autorevoli spot che ci confortano in questa ca…stroneria metropolitana.

2. Il Codacons evidenzia che dal 2003 Milano si era data un piano di controllo della velocità con postazioni fisse nei tanti viali veloci, come appunto viale Famagosta dov'è avvenuto l'incidente ieri sera (cliccate sotto per vedere dove dovevano essere messi). Giusto stigmatizzare che quel progetto si è arenato. Ma sembra incredibile che ora il Codacons tiri la volata al Tutor, dicendo che è più efficace degli apparecchi che rilevano la velocità in un solo punto. Ciò è verissimo: il Tutor tiene sotto controllo un intero tratto, mentre i controlli puntuali non evitano che si riacceleri dopo la postazione. Ma questo non vale in città: i viali di solito sono interrotti da semafori, quindi non c'è troppo spazio per riaccelerare. Quindi mettere il Tutor in città significa spendere molto di più per ottenere risultati solo di poco migliori. Tanto che chi lo ha fatto sinora (Torino) ha lasciato sospetti che l'appalto non fosse così limpido, anche perché ha violato il Codice della strada. Purtroppo il caso vuole che il Codacons sia anche tra le associazioni che Autostrade per l'Italia (che il Tutor lo ha introdotto per prima sulle strade italiane e adesso lo vende ad altri) ha fatto accomodare nella sua Consulta per la sicurezza e la qualità del servizio e che non abbia fiatato sulla sicurezza delle autostrade dopo che 40 persone sono morte precipitando con un autobus da un viadotto la cui manutenzione era quantomeno dubbia.

CODACONS: COMUNE DOVEVA METTERE AUTOVELOX FISSO IN VIALE FAMAGOSTA FIN DAL 2003

 

IL CODACONS CHIEDE DI INSTALLARE TUTTE LE 24 POSTAZIONI PREVISTE

 

Una donna incinta di un bambino al settimo mese ed il figlio di 4 anni sono stati travolti ieri da un'auto a Milano, in viale Famagosta, una strada a rapido scorrimento, nella quale, proprio per la sua pericolosità, fin dal dall'aprile del 2003 il Prefetto di Milano aveva autorizzato ad installare una postazione fissa di autovelox. Ben 24 erano i controlli da remoto previsti in città.

Il Codacons ricorda che da anni si batte per la loro installazione. Nel marzo del 2008, ad esempio, dopo l'ennesimo incidente mortale avvenuto in una di quelle strade, in via Fermi (ndr. in data 17 marzo 2008 morirono due persone), denunciò il Comune alla Procura della Repubblica per omissione d'atti d'ufficio, ma neanche questo servì a fare installare le 24 postazioni.

Oggi, a distanza di oltre 10 anni da quando sono stati previsti, per l'associazione di consumatori sarebbe ormai opportuno prevedere di installare i più moderni tutor al posto degli autovelox, dato che rafforzano ancor di più la sicurezza delle strade.

In ogni caso, dato che nel gennaio del 2013 il Comune di Milano ha annunciato di voler installare 10 di quei 24 autovelox, oggi il Codacons chiede almeno, e per l'ennesima volta, di installare tutte le 24 postazioni previste fin dal 2003.

Di seguito l'elenco delle 24 strade: Via Belgioioso C.,  Via Chiesa Rossa (da confine a via Gratosoglio), Via Corelli (da confine a via Taverna), Via Ripamonti (da confine a via Ferrari), Via Chiodi C., Viale De Gasperi (da Serra a Ghisallo), Viale Faenza, Viale Famagosta, Via Fermi E., Via Ferrari V., Cavalcavia del Ghisallo, Piazza Istria, Piazzale Lagosta, Piazza Maggi G.A., Piazza Miani G., Autostrada Milano-Laghi (da confine com. a De Gasperi),  Via dei Missaglia (da Manduria a Piazza Abbiategrasso), Via Palmanova, Via Parri (da via Pertini a via Bisceglie), Viale Rubicone (da via da Seregno a Fermi), Via Sant’Elia Antonio (da via Natta a via Croce), Viale Scarampo (da via Serra a via Colleoni), Viale Testi F., Viale Zara.

  • Paoblog |

    Lo ha detto lei da subito che i giornali avrebbero scritto di tutto e di più, tuttavia leggo oggi sul Corriere un articolo di Isabella Bossi Fedrigotti che inizia così: “Non c’è dubbio che l’automobile andasse troppo veloce”
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    L’articolo poi è impostato sul fatto che anche l’automobilista sia una vittima, il che è vero, tuttavia se il tratto di strada è a scorrimento veloce, ritengo vi sia un limite di 70 kmh, come il tratto del cavalcavia di MonteCeneri.
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    Ed allora se la Fedrigotti non ha già in mano i riscontri dei vigili, vien da chiedersi se non sarebbe il caso di attenersi ai fatti conosciuti. Può benissimo essere che l’automobilista andasse troppo forte, tuttavia ci si dimentica sempre di valutare i fatti con la testa e non con la pancia.
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    A prescidere dal fatto che la donna è sbucata da dove non doveva sbucare, viene anche da chiedersi se abbia guardato prima di attraversare, tra l’altro in un punto vietato e quindi pericoloso. I fari dell’auto che sopraggiunge, che vada a 50 kmh o 80, si vedono.
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    Resta il fatto che a 60 kmh il tempo di arresto medio è di 33 metri, per cui un ostacolo che sbuca di colpo non è evitabile. Se fosse andato a 50 kmh (idea insana in una strada a scorrimento veloce) i metri sarebbero stati 25.
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    E quindi? Non è fatalità, ma senza voler essere cinici si tratta di un incidente sicuramente evitabile se la signora avesse agito con buonsenso.
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    Giusto fare le verifiche sul comportamento dell’automobilista, peraltro negativo ai test su droghe ed alcol, magari senza gettargli addosso il peso di un’accusa di omicidio plurimo, che non ritengo un atto dovuto.

  • Renato58 |

    Non commento il Codacons, le cui esternazioni sanno troppo spesso di sciacallaggo mediatico.
    Basta comunque un’occhiata all’auto per capire che la signora che ha attraversato è sbucata dallo spartitraffico dal nulla per il guidatore: nessuno investe un ostacolo a un metro dai suoi occhi se non per impossibilità di percepirlo. Il danno è tutto sullo spigolo anteriore sinistro!
    Triste pensare che per superficialità una persona possa rischiare così la vita propria e dei figli. Peggio vedere le gallerie fotografiche dei quotidiani che documentano come stamattina tante altre mamme e donne anziane attraversassero nel medesimo punto!
    A mio avviso, specie al buioi e con la pioggia, a meno che l’auto viaggiasse a passo d’uomo, la velocità è pressoché irrilevante: l’urto era inevitabile, sebbene magari meno devastante.
    Mi è capitato in autostrada, in pieno sole estivo, di trovarmi dinanzi improvvisamente un tecnico della manutenzione sbucato per errore da una siepe a centro carreggiata e posso garantire che gli ha salvato la vita (e a me l’incidente) solo il giubbone fluorescente, scartato d’istinto. Al buio e, peggio in mezzo ai riflessi delle mille luci di viale Famagosta, abbagliati dall’illuminazione del sottopasso in cui ci si sta per inoltrare è davvero difficile chiedere a un guidatore di percepire un ostacolo inaspettato che arriva per di più da una traiettoria del tutto impensabile.
    Con tutto il rispetto possibile per tre vittime evitabili: bastava percorrere il vicinissimo sottopasso.
    [risponde Maurizio Caprino] Ma chissà se quel sottopasso è davvero agibile: troppo spesso la puzza (soprattutto di urina) arriva fino in superficie, scoraggiando chiunque dal percorrerli. Ovviamente tutto questo rafforza la necessità di essere più che prudenti mentre si attraversa in quel punto non servendosi del sottopasso.

  • Domenico |

    E’ sempre da ammirare la sua coraggiosa analisi, nello specifico la relazione tra interessi e sicurezza stradale.
    Dove c’è interesse viene meno la sicurezza, e non solo quella stradale.

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