La norma è chiara e sembra anche giusta: chi si assicura sulla Rc auto deve farlo per un massimale che non può essere inferiore a cinque milioni di euro per i danni alle persone e a un milione per quelli alle cose. Dopo decenni di massimali inadeguati, per cui ci toccava sempre consigliare di spendere pochi euro in più per stare tranquilli di essere ben coperti anche se si provocasse un grave incidente, dall'11 giugno 2012 la direttiva europea 2005/14 impone questi vincoli, che tutti giudicavamo adeguati. Ma non consideravamo che sono massimali uguali per tutti: dal motorino all'autobus.
Il risultato lo abbiamo visto nei giorni scorsi, quando è trapelato che l'autobus precipitato dal viadotto Acqualonga dell'A16 era assicurato appunto per il massimale minimo. Come si farà a risarcire i familiari di ben 40 vittime con quella cifra?
In teoria, quello che manca ce lo deve mettere il responsabile dell'incidente. Nel caso specifico, l'azienda proprietaria del bus difficilmente avrà soldi, tanto più che dopo l'incidente la sua già precaria situazione economica non può certo essere migliorata. Però la responsabilità sembra essere anche di Autostrade per l'Italia, per inadeguatezza del guard-rail. Quindi sarà determinante vedere che cosa stabiliranno i periti incaricati dalla magistratura e come finirà il processo (quando finirà davvero).
Quindi non resta che cambiare la normativa per stabilire ciò che oggi a tutti sembra ovvio: differenziare i massimali secondo la potenziale pericolosità del veicolo. Ed è chiaro che i bus, per l'elevato numero di persone che trasportano, devono essere tra i veicolo con i massimali più alti in assoluto. Si parla di non meno di 20 milioni di euro.
Lo ha proposto l'Ania, che oggi è uscita ufficialmente allo scoperto, dichiarando anche di aver sollevato il problema nelle scorse settimane con il sottosegretario alle Attività produttive, Simona Vicari. La quale non ha potuto fare altro che impegnarsi a far verificare dai suoi tecnici se c'è spazio per una norma nazionale che deroghi ai minimi introdotti dalla direttiva 2005/14.
Nel frattempo, alle compagnie non resta che fare un gesto umanitario: contribuire al Fondo di emergenza pro vittime di Monteforte, aperto dall'infaticabile sindaco di Pozzuoli, Enzo Figliolia. L'Ania ha annunciato l'intenzione di versare una cifra al fondo. Speriamo lo faccia presto e in modo cospicuo.