L'emozione per la morte della dottoressa investita nel Bergamasco per soccorrere una persona coinvolta in una rissa era ancora fresca. Ieri pomeriggio verso le 17 una sua collega ha rischiato di fare la stessa fine, ma solo per un banale malinteso: aveva scambiato l'urlo di un operaio per chiamare un collega con una richiesta di aiuto. E' successo sul tratto appenninico dell'A26 Genova-Gravellona, al chilometro 15, vicino a Masone.
Gli operai stavano smantellando il cantiere allestito sull'autostrada per completare il ripristino del guard-rail divelto sabato mattina da un autoarticolato che ha saltato la carreggiata, facendo due morti. In autostrada, l'unico modo per comunicare tra chi lavora è urlare, più che in un cantiere "normale". Questo spesso sfugge ai guidatori, che si spaventano. La dottoressa che transitava ieri si è spaventata più del solito: ha creduto di aver investito qualcuno o che questo qualcuno volesse fingere l'incidente.
Da medico, sa benissimo che cosa si rischia se si viene accusati di omissione di soccorso (aspetti etici a parte). Così si è fermata subito, per fortuna in una piazzola di sosta (in quel punto c'era). Poi era come paralizzata: gli operai stavano togliendo la segnaletica andando ovviamente a ritroso (se facessero il contrario, chi sopraggiunge rischierebbe di non rendersi conto del cantiere e della loro presenza), scomparendo dalla sua vista. Così è scesa dalla sua auto e ha cominciato a camminare verso la corsia d'emergenza, all'interno di un curvone senza tanta visibilità. Molto pericoloso. Prima di trovarsi fuori dalla piazzola, ha trovato me che ero lì casualmente e mi ha chiesto aiuto. L'ho rassicurata, spiegandole che non poteva essere accaduto nulla. E infatti dopo qualche minuto è tornato l'autocarro con gli operai che avevano finito di rimuovere i segnali. Sani, salvi e stupiti del timore della dottoressa.
Condivido lo stupore: in Italia la pirateria della strada è ancora troppo diffusa, nonostante si sappia che quasi tutti i pirati alla fine vengono presi. Urliamo tutti contro il fenomeno, ma c'è sempre qualcuno che è più sensibile della media e pensa di esservi coinvolto anche quando non ne ha alcuna ragione.