Accadono le tragedie e scopriamo che i dispositivi di sicurezza fatti apposta per evitarle o limitarle non funzionavano. Lo vediamo da decenni, non ci stupiamo più. Ma quello della statale 268 è un caso davvero clamoroso. Non solo e non tanto perché da sempre è detta "statale della morte". Ma perché fu costruita appena una trentina d'anni fa, sull'onda dell'emergenza-terremoto dell'80 e per far fronte a un'altra emergenza che prima o poi si verificherà di sicuro: quella di una maxi-eruzione del Vesuvio, per la quale da anni si dice e ridice che occorrerà garantire un'evacuazione rapida ed efficace per centinaia di migliaia di persone.
E invece la SS268 è sempre lì. Coi suoi difetti strutturali (per fare il suo strato di sottofondo, furono addirittura utilizzati rifiuti), la carreggiata stretta, le immissioni assurde, i rifiuti nelle piazzole, la pubblicità abusiva, le pendenze errate che faciltano l'accumulo di acqua, illimite di velocità a 70 e i divieti di sorpasso ovunque (anche in rettilineo con sufficiente visibilità e con la marea di mezzi pesanti che ci sono quale automobilista rispetta divieti del genere?).
Certo, l'Anas alla fine ha fatto la sua parte, pur dopo innumerevoli pressioni, ma la strada è in condizioni tali che per una parte è stata "declassata" (all'Anas è rimasto solo il tratto Cercola-Angri, il meno peggio) e dismessa: ora dovrebbero occuparsene gli enti locali. Con quali soldi e competenze tecniche? La risposta ora l'ha data la Provincia di Napoli, che "minaccia" di chiudere del tutto la strada ( Download Ottaviano statale della morte, grazie a Francesco Matera per la segnalazione).
La maxi-eruzione può attendere.