Sono giorni decisivi per la Mercedes in Francia: le autorità giudiziarie locali devono pronunciarsi sul destino commerciale del 60% della sua gamma modelli, che attualmente non si può vendere perché il fluido del climatizzatore non rispetta le regole europee. Si è invece chiusa in modo apparentemente indolore negli Usa la disputa tra la Fiat-Chrysler e la mitica Nhtsa sul richiamo di alcune fuoristrada del marchio americano che sono potenzialmente a rischio incendio. Storie diverse, ma che hanno in comune l'interpretazione "stirata" delle norme su sicurezza e ambiente.
Se avete letto della storia che coinvolge la Mercedes, vi sarete chiesti come mai il blocco della vendita è scattato solo in Francia, se l'infrazione (che consiste nel costruire modelli nuovi col climatizzatore che funziona ancora col vecchio fluido R134a, bandito dalla direttiva europea 2006/40 per le auto omologate a partire dal 1° gennaio scorso) è alle regole europee. La risposta, come sempre, è nei cavilli. La Mercedes non voleva adottare il nuovo fluido R1234yf perché sarebbe troppo infiammabile (ma la Sae ha smentito dicendo che le condizioni dei test Mercedes sono irrealistiche e quindi rilanciando il sospetto che sia una questione di costi: si stima 50-80 euro in più a vettura, secondo il tipo d'impianto). Per riuscire nell'intento, ha usato un trucco vecchio quanto le omologazioni: per i modelli appena lanciati sul mercato, invece di dichiararli nuovi, le ha fatte passare come evoluzioni (in gergo si dice "estensioni") di auto già in commercio da anni. Dunque, anche per la nuovissima Cla, il codice di omologazione risulta quello rilasciato anni fa (cambia solo l'ultima parte, ma quella è solo l'estensione, per l'appunto), cui non si deve ancora applicare la direttiva attuale sui fluidi climatizzatore (l'obbligo partirà dal 2016). Questo è il motivo per cui formalmente le Mercedes in vendita in Europa sono regolari; la Francia le ha bloccate usando una clausola che consente agli Stati membri di discostarsi dalle regole europee quando ci sono rischi per l'incolumità pubblica all'interno del loro territorio.
Anche nel caso Chrysler è soprattutto una questione di soldi ed espedienti: ci sono serbatoi troppo esposti a urti e quindi a rischio d'incendio. La Fiat non ha voluto accollarsi la patata bollente per modelli progettati e prodotti dalla vecchia gestione, che sarebbe lieta se fossero sostituiti da auto nuove appena vendite. Così, dopo un braccio di ferro con l'Nhtsa, il gruppo italo-americano se l'è cavata col montaggio di un semplice gancio di traino, che in caso di tamponamento subìto dovrebbe tenere il veicolo tamponante un po' più lontano dal serbatoio. Soluzione che non di cura del fatto che proprio il gancio di traino è un pericolo per chi dovesse tamponare: è come un rostro che apre la carrozzeria.