Chissà se adesso si muoverà davvero qualcosa. Che i benzacartelloni siano troppo spesso spenti o inattendibili lo vado scrivendo da tempo, ma l'unica cosa che è successa è che Autostrade per l'Italia ha (giustamente) messo le mani avanti, spiegando sul proprio sìto (ma in maniera non proprio evidente) che su questo scandalo non ha colpe. Nemmeno con le nuovissime norme sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti è cambiato qualcosa.
Oggi che della cosa si è accorto anche il "Corriere della Sera" mettendola in prima pagina, si spera che almeno una foglia si muova.
O i ministri sono ancora troppo occupati con l'agibilità politica di Silvio Berlusconi?
Ps: Autostrade per l'Italia sui benzacartelloni ha solo un ruolo da notaio, ma sul problema che c'è alla radice – cioè l'alto prezzo dei carburanti sulla rete autostradale, che spinge i gestori a non farsi la stessa concorrenza che c'è in città e quindi a non avere troppa voglia di mostrare i prezzi sui benzacartelloni - ha tutte le sue responsabilità perché da anni pretende royalties elevate dai gestori dei distributori (e anche della ristorazione). Nella sua conferenza stampa di presentazione del piano sull'esodo estivo, l'amministratore delegato Giovanni Castellucci ci ha tenuto a dire che in autostrada i prezzi sono bassi. Evidentemente voleva rispondere a "Quattroruote", che con un'inchiesta aveva appena dimostrato il contrario. Non è noto su quali dati Castellucci si basasse: se ce lo comunicasse, ne saremmo tutti lieti.