Ci siamo. Lo sconto del 30% sulle multe a chi le paga entro cinque giorni è in vigore da mezzanotte (intesa come ore zero) di mercoledì 21. Nel frattempo, i comandi delle polizie municipali stanno impazzendo per capire se gli sconti vadano applicati anche alla sanzione che comminano più di frequente: quella per divieto di sosta. La norma (articolo 20 del decreto) prevede che si ha diritto allo sconto se si paga entro cinque giorni dalla contestazione (cioè se si viene fermati subito) o dalla notifica (cioè quando si riceve il verbale a casa), il tutto a patto che l'infrazione commessa non comporti né la sospensione della patente né la confisca del veicolo. Il problema è che in caso di divieto di sosta la prima cosa che si ha in mano è un semplice preavviso, che non vale né come contestazione né come notifica.
Il paradosso è che il preavviso è anche una "cortesia" fatta all'automobilista per risparmiargli le spese di notifica se paga presto senza fargli pagare le spese di ricerca al Pra e di notifica. Che senso ha quindi escluderlo dallo sconto del 30%?
La circolare ministeriale del 12 agosto sugli sconti non affronta il problema e così i comandi di polizia locale sono nel dilemma: applicare letteralmente e stupidamente la norma negando gli sconti sul divieto di sosta o essere ragionevoli e rischiare di farsi punire dalla Corte dei conti per danno erariale?
Per ora posso dirvi che in Emilia-Romagna e Piemonte stanno prevalendo i "ragionevolisti". Anche Milano ha comunicato che si allinea a questa interpretazione. Ci sono poi città – come Ferrara – dove, per non sbagliare, per ora sono orientati addirittura a far sparire i preavvisi: i vigili si limiteranno ad annotare la targa dei veicoli in divieto di sosta e spediranno il verbale direttamente a casa dei proprietari. Alla faccia delle agevolazioni per i cittadini.