È morto da eroe, Ciro Lametta. L’autista del bus precipitato domenica sera dal viadotto di Monteforte Irpino avrebbe cercato in tutti i modi di salvare i propri passeggeri e gli occupanti delle auto che aveva attorno. Lo si è intuito dalle testimonianze a caldo e ora arriva una prima conferma ufficiale: un rapporto riservato della Polizia stradale ipotizza che Lametta, una volta capito di essere senza freni (cioè mentre il bus "perdeva i pezzi", come hanno esagerato i giornali), abbia cercato di fermare l’accelerazione impressa al pesante mezzo dalla forte discesa strisciando contro i bordi laterali dell’autostrada.
Va ancora capito se la rottura del cambio (o di altre parti della trasmissione), che pare essersi verificata negli stessi momenti, sia la causa o la conseguenza del guasto ai freni. Cioè se il cambio sia "scoppiato" e i suoi ingranaggi siano stati proiettati su parti dell'impianto frenante danneggiandole seriamente oppure se il cedimento dei freni abbia costretto Lametta a scalare disperatamente le marce per sfruttare il freno motore, andando però in fuorigiri fino a rompere il cambio.
Sta di fatto che l’autista avrebbe strisciato fin dove possibile, sfruttando la corsia di emergenza. Con l’inizio del viadotto questa corsia finisce e bisogna scegliere se travolgere in pieno le auto davanti o cercare di attutire quest’urto ributtandosi verso il guard-rail destro. Lametta avrebbe scelto di girare a destra.
Forse confidava che la barriera resistesse come le precedenti. E invece è venuta giù, tutta. Ieri Autostrade per l’Italia ha difeso quel tipo di barriera. Ma restano dubbi sul fatto che fosse davvero lecito tenerla su quel viadotto.