Venerdì di luglio, venerdì di rischio: da anni i weekend di questo mese sono il periodo dell'anno in cui è più probabile che si verifichi un incidente mortale. E allora riflettiamo un attimo, prima di partire. Al netto dei soliti consigli e di quelli che vi ho già dato nel tempo. Ricordiamoci che l'autostrada non è solo la via per le vacanze, ma una vera città lineare. Dove accade di tutto e più gente c'è (come in questo periodo) più cose accadono. Pensate al ragazzo austriaco che domenica scorsa sull'Autosole si è fatto inseguire dalla Polizia stradale per una cinquantina di chilometri fra Milano e Piacenza, prima di travolgere una seconda pattuglia che – viste le difficoltà della prima a raggiungerlo - lo stava "aspettando" più avanti.
Io disgraziatamente c'ero e posso dirvi non solo che molti resoconti letti in cronaca erano sballati (c'è stato pure chi ha scritto che il fatto è avvenuto di notte, mentre invece erano quasi le 11 del mattino), ma soprattutto che il traffico è rimasto bloccato oltre mezz'ora, durante la quale si è visto che nessuno sa come comportarsi in caso d'incidente.
Quasi tutti si sono trasformati in reporter scendendo dalle auto armati di telefonino, ma si sono dimenticati di tutte le precauzioni da prendere, perché l'autostrada non è il giardino di casa. Anche perché arrivavano sulla corsia di emergenza altre pattuglie e le ambulanze per i feriti, quindi non era il caso di esporsi a pericoli, ma solo di aprire gli sportelli (e al limite di scendere ma standovi accanto) per non soffocare nelle lamiere sotto il sole. Significativo, a un certo punto, l'urlo di un agente: "Vada in macchina, lei!". Vi ricorda vagamente il "Torni a bordo, cazzo!" che si beccò il comandante Schettino dopo aver abbandonato la Concordia in pieno naufragio al Giglio?
Inoltre, chi viaggiava sulla corsia più a destra avrebbe dovuto ricordarsi di fermarsi con le ruote sinistre sulla striscia divisoria di corsia, per lasciare il maggior spazio possibile a chi passa sulla corsia di emergenza (lo impone anche il Codice della strada). E invece niente.
Anzi, la corsia d'emergenza era intasata da motociclisti che saltavano la coda. Che fossero harleysti, filo-giapponesi, bmwisti o semplicemente scooteristi, nulla importava: nessuno che restasse al proprio posto. Anche perché chi ha approfittato della corsia d'emergenza solo per raggiungere l'ombra del primo cavalcavia non si è limitato a occupare la piazzola che sotto i cavalcavia c'è quasi sempre, ma si è messo pure a presidiare la stessa corsia di emergenza.
Per tacere di chi, per giocare a You Reporter, si è inerpicato sul guard-rail centrale come se fosse il muretto di casa: ma lo sapete che qualcuno è anche morto per essere caduto sull'altra carreggiata o addirittura per non essersi accorto che tra l'una e l'altra c'era il vuoto? E siamo onesti: non agitiamo lo spettro delle multe che il Codice della strada immancabilmente prevede anche in questi casi. Perché gli agenti (peraltro, i primi a omettere di indossare il giubbino rifrangente) avevano ben altro da fare (compreso lo sblocco dell'intoppo) che badare ad adulti incapaci di stare attenti a se stessi.