Se l'Anas non ride, le Province piangono. A dimostrazione che il federalismo stradale voluto negli anni Novanta è servito solo a coprire i problemi. Tutto noto, ma ora c'è un fatto nuovo: la Polizia stradale spara a zero su una delle superstrade più importanti tra quelle a suo tempo dismesse dall'Anas, la Pontina. Che, guardacaso, è anche una delle strade sulla lista nera delle 10 più pericolose d'Italia.
Finora la Stradale si è quasi sempre mossa nell'ambito del bon ton istituzionale. Magari segnalazioni ne faceva anche, però senza clamori. Invece nella nota inviata dal comandante regionale del Lazio, Stefano Bastreghi, alla Provincia di Roma la Pontina viene praticamente smontata. E per chi la gestisce possono essere guai: in caso d'incidente, nessuno potrà dire di non sapere. Quindi o si troveranno i soldi o bisognerà inventarsi soluzioni artigianali, come "finti cantieri" fatto solo per restringere la carreggiata costringendo a rallentare.
Dunque, la parte più pericolosa è anche quella più scorrevole: nel tratto romano, la Pontina è a carreggiate separate 8ma stratte, con molti svincoli insufficienti e con visibilità ridotta da curve e vegetazione. Entrando nella zona di Latina, lo spartitraffico sparisce e proliferano gli incorci a raso, ma perlomeno si è in pianura e quindi spariscono le curve. Così le possibilità di sbandare diminuiscono e la visibilità migliora.
Sintomaticamente, la lettera di Bastreghi è finita anche all'Astral, la spa della Regione che cura le strade per conto degli enti locali. Un'altra dimostrazione del fallimento del federalismo stradale.