Quando si parla dei consumi dichiarati, si dice sempre che sono irreali perché il ciclo di prova fissato dalla Ue prevede velocità e accelerazioni bassissime. Tanto basse da essere anch'esse irreali. Ma c'è di più: le regole sono tanto blande che consentono ai costruttori di ricorrere a trucchi. Come l'uso di oli che abbassano oltremodo gli attriti, l'alternatore staccato, la mappatura delle centraline eccetera. Tutte cose di cui tra gli addetti ai lavori si parla da sempre, ma che difficilmente vanno oltre quell'ambiente.
Ora le tira fuori uno studio di una ong che opera a Bruxelles, in cui si aggiunge che negli ultimi anni è aumentato il divario tra i consumi dichiarati e quelli effettivi. Lo studio attribuisce l'aumento proprio ai trucchi, ma c'è dell'altro.
Bisogna infatti considerare che proprio negli ultimi anni si sono diffusi anche dispositivi come lo start and stop e anche qualche motore modulare, che sono molto efficaci nel ciclo di prova e meno nell'uso quotidiano fatto dall'automobilista medio.
Pensate che lo start and stop a volte entra in funzione solo per pochi secondi, altre volte non si attiva mai perché il costruttore ha tarato le sue soglie intervento in modo prudenziale, temendo possa stressare troppo la batteria (senza contare quando il motore è freddo o quando viene richiesto molto all'impianto di climatizzazione). Il problema si può anche risolvere con un condensatore che accumula l'energia recuperabile in frenata, ma costa e non dà benefici sui consumi dichiarati e così molti costruttori ne fanno a meno nonostante serva davvero.
Tutto questo non per dire che la tecnologia è inutile, ma per mettere in guardia sul fatto che spesso non è così utile come ci viene presentata (anche perché serve a rispettare norme poco realistiche). E questo è bene saperlo, visto che poi la paghiamo nel prezzo d'acquisto della nostra auto.