Il caso è scoppiato pubblicamente solo a Rimini, a quanto mi risulta: ne ha parlato Il Resto del Carlino. Ma a piedi non sono rimasti solo un centinaio di vigili riminesi: tanti altri loro colleghi di tutta Italia non sono in regola con le abilitazioni per guidare le auto di servizio con la targa "Polizia locale" (quelle che hanno in alto questa scritta e per il resto sono uguali a quelle normali, solo che cominciano con Y). Queste auto sono sempre più diffuse, man mano che il parco veicoli si rinnova. E si possono guidare solo con la patente di servizio, ottenibile dimostrando di avere esperienza in strada (in teoria, si può anche frequentare un corso, ma al momento siamo quasi nella fantascienza). Solo che le prefetture sono lente nel rilasciare queste licenze.
Il motivo? Il solito valzer di documenti tra uffici, per rilasciare una patente che poi non dimostra più di tanto che uno è capace di guidare velocemente e in sicurezza i veicoli si servizio. Semplicemente, come al solito, la sicurezza si presume per il fatto che uno abbia già qualche anno di servizio alle spalle, quindi lo si autorizza a portarsi dietro tutti i suoi difetti di base.
Ma intanto ora lo si appieda.
L'altro paradosso della vicenda è che la patente di servizio l'avevano chiesta gli stessi vigili, per scaricare su quella le eventuali decurtazioni di punti e sospensioni rimediate durante il lavoro.
Finora la "solidarietà" tra forze dell'ordine ha reso rarissimi casi del genere. Così come ha consentito di circolare lo stesso senza patente di servizio. Ma pare che a Treviso la Polizia stradale abbia "aperto gli occhi" e ora, almeno con le patenti di servizio non si scherza più. Ora tocca alle prefetture accelerare, per risolvere il problema.