Ormai è una telenovela: le novità si susseguono, non si vede la fine, ma la sostanza non cambia. Il calcolo del superbollo sul sito dell'agenzia delle Entrate resta lontano dall'essere un servizio, come invece lo definisce l'agenzia stessa. Appena il tempo di far notare che non serviva (o addirittura era ingannevole) e lo hanno modificato, ma sempre senza prendersi la responsabilità di spiegare come va calcolata l'anzianità dell'auto (dalla quale dipendono gli sconti sulla tariffa).
Il principio resta lo stesso: ti illudo che il calcolo che ti offro sia giusto e, se non lo è, la responsabilità è tua: è l'autotassazione, caro contribuente.
Forse la nuova versione può ingannare ancora di più: invece di avvisare che non calcola l'importo in base all'anzianità, chiede al contribuente di selezionare in quale fascia di età sia la sua auto. Poi si scopre che il sistema da cui l'agenzia pesca i dati contiene anche la data d'immatricolazione del veicolo, quindi in teoria avrebbe tutto ciò che serve per fare il calcolo totalmente in automatico. Non basta: se l'anzianità selezionata dal contribuente è incompatibile con la data d'immatricolazione, il sistema non batte ciglio. Così potete attribuire la tariffa minima anche a un'auto nuova fiammante. E vi fanno anche l'F24 per il pagamento (a proposito: a quando il pagamento assiema al bollo? un provvedimento dell'agenzia delle Entrate prevedeva si dovesse raggiungere un accordo con le Regioni: chi l'ha visto?).
Si può dire che questo sia un servizio?
Domanda retorica. La vera domanda, a questo punto è: come mai l'agenzia delle Entrate si ostina a non prendere una posizione ufficiale su come va calcolata l'anzianità del veicolo? Quale ragione – a questo punto inconfessabile, c'è da credere – ha per tacere di fronte a una questione apparentemente semplice?
Forse non vogliono fare loro il calcolo automatico perché "non si fidano" delle date d'immatricolazione contenute nelle loro banche dati? Strano, in teoria: la pubblica amministrazione conosce tutte le date di tutti i veicoli, anche di quelli immatricolati per la prima volta all'estero. E, se il dato è contenuto in qualche meandro della pubblica amministrazione (in questo caso, l'Anagrafe nazionale veicoli tenuta dalla Motorizzazione), a scovarlo dev'essere l'altro ufficio pubblico (in questo caso, l'agenzia delle Entrate) che ne ha bisogno per i suoi fini.
E allora ci spieghino.