Prima o poi sarebbe successo. e infatti è successo: i ricorsi contro le multe ora sono scaricabili anche con una app. E' la tecnologia, bellezza. D'altra parte, anche i controlli automatici sono diventati molto più efficaci negli ultimi anni, proprio grazie alla tecnologia. Ma a volte, in queste cose, alla tecnologia deleghiamo troppo e arrivano gli abusi. Che vanno sempre a svantaggio del cittadino.
Infatti, anche quando ad abusare è lui, ci rimette egli stesso: non sono rari in cui servono ricorsi ben fatti, cuciti "su misura" per il caso singolo. Quali garanzie può dare qualcosa di scaricato sullo smartphone come una app?
Più grave è il caso in cui della tecnologia abusano i corpi di polizia. Non mi riferisco solo ai casi clamorosi di uso a sproposito di immagini riprese dalle telecamere. Parlo anche di un fenomeno più strisciante, ma non per questo meno fastidioso: l'arbitrio con cui vengono spedite le multe a chi riceve un verbale per una violazione che comporta la decurtazione di punti e non risponde.
Sembra fin troppo chiaro che l'illecito relativo alla mancata risposta si deve considerare commesso alle ore 24 del 60esimo giorno successivo alla notifica del verbale: l'articolo 126-bis del Codice della strada (quello sulla patente a punti) dà appunto 60 giorni per indicare chi fosse alla guida al momento dell'infrazione originaria. Quindi, a partire da questo 60esimo giorno, scatta il conteggio dei 90 giorni entro i quali si può notificare l'infrazione che consiste nella la mancata risposta. E invece ci sono corpi di polizia locale che effettuano questa notifica con tutto comodo.
Nel verbale indicano la data in cui viene commessa l'infrazione di mancata risposta come la data in cui un agente in ufficio si è accorto che l'interessato non ha indicato il nome del conducente. Sarebbe come spedire un verbale di autovelox con una anno di ritardo perché solo in quel momento ci si è messi a guardare le foto scattate un anno prima.
A voler essere magnanimi, si potrebbe obiettare che in verità gli uffici se la prendono comoda perché in alcuni casi il motivo della mancata dichiarazione è il fatto che l'interessato ha presentato un ricorso al giudice di pace e che la notizia dell'esistenza di questi ricorsi arriva al corpo di polizia solo dopo (quando arriva). Ma non avevamo avviato collegamenti informatici tra polizie e giudici di pace? lo impone anche la riforma del Codice della strada, che a luglio compirà tre anni…