I guru della comunicazione fanno il loro mestiere: fare in modo da catturare le simpatie della gente per l'azienda o l'istituzione per la quale lavorano. In campagna elettorale lo si vede di più, ma in questa campagna elettorale continua che è diventata la vita pubblica italiana gli esempi non mancano mai. Nel tam-tam mediatico, spesso si trascura di sottolineare che certe notizie apparentemente utili al pubblico sono in realtà propaganda. Ancora più spesso non ci si accorge quando il tutto si trasforma in un boomerang.
Qualche esempio? Dell'inglorioso avvio del "cambio di residenza in due giorni" vi ho accennato nei giorni scorsi. Ma non finisce qui.
Così l'anno scorso – un po' per far crescere l'Italia e un po' per sollevare il morale della truppa rispetto crisi, tasse e altre misure non esattamente popolari – il Governo Monti ha battuto molto sul miglioramento della concorrenza nella Rc auto. Ora si scopre che gli italiani praticamente non se ne ricordano già più.
Passiamo a Milano, dove il Comune per far digerire l'Area C ai molti (troppi) che devono usare l'auto ha messo su una campagna di comunicazione, con tanto di mail informative agli utenti registrati. Ottimo e doveroso, se non fosse che i cittadini non sono stati informati in tempo (dai siti istituzionali) del nuovo blocco della circolazione, che da martedì colpisce anche le vetture Euro 3 a gasolio. Però – mi segnala gentilmente Paoblog – con tempestività nella mailing list comunale è girato un comunicato sul primo compleanno dell'Area C (argomento interessantissimo, per carità, ma solo se affrontato con una seria inchiesta giornalistica, che il mondo dei media riesce a fare sempre più raramente).
Il filo conduttore è sempre quello: agire bene è difficile, risolvere i problemi in tempi ragionevoli pure e così anche personaggi dalla serietà fuori discussione come Mario Monti si affidano all'ingegno dei guru della comunicazione. Di qui il battesimo di certi decreti legge con nomi che da Monti difficilmente ci si aspetterebbe, come "salva Italia", "cresci Italia", "semplifica Italia" eccetera. Ma le loro idee, sfortunatamente, non collimano con quello che l'apparato burocratico, normativo e finanziario (pubblico) del Paese permette. Quindi, sono battaglie perse in partenza. E non di rado il gioco si regge solo sul fatto che poi media e opinione pubblica non ricordano bene tanti annunci (a parte i roboanti "abolireno l'Imu e il redditometro").
Forse per noi italiani è ora di diventare adulti.