Ormai a ogni presentazione di una nuova auto di pregio celebriamo optional fantasmagorici, tra cui le telecamere che consentono di guardare tutt'attorno all'auto. Sui modelli di classe inferiore – e ultimamente persino su qualche utilitaria – diamo conto ammirati della presenza della telecamera posteriore, che durante la retromarcia manda le sue immagini a un display sulla plancia: sembrano le immagini che venivano dallo spazio ai tempi dei primi Shuttle, trent'anni fa. Però poi ogni tanto dobbiamo registrare la morte di un bambino, travolto da un suo genitore proprio durante una retromarcia. Anche a Capodanno è successo: stavolta una bimba di tre anni è stata schiacciata dal papà a Montescudo (Rimini), come mi segnala Paoblog.
Dobbiamo rassegnarci perché non si può pretendere che tutto il parco circolante diventi ipertecnologico? No. Perché esiste una soluzione più semplice ed economica.
Basta far installare quei banalissimi sensori a ultrasuoni, di serie o a pagamento ormai su tanti modelli e montabili tranquillamente anche su vetture nate senza: per un elettrauto è un gioco da ragazzi. E funziona, perché si accorge subito anche della presenza di persone dietro al paraurti.
Perché, tra i tanti dispositivi già obbligatori (Abs e presto anche Esp) o di cui si pensa di introdurre l'obbligo (come i sensori di perdita di corsia lane assist), non ci sono anche questi sensori? Sono forse troppo semplici per meritarsi una "promozione".
Peraltro, la loro installabilità a posteriori rende possibile per una volta anche l'adeguamento del parco circolante, come fu per l'introduzione dello specchietto retrovisore esterno sinistro obbligatorio per tutti dal 1977. Sarebbe importante quest'installazione a posteriori obbligatoria, perché oggi chi ha sulla sua auto i sensori è ormai abituato e quando ne guida un'altra che ne è sprovviata continua a fare manovra "a orecchio" come fa con la sua vettura.
Tutto questo prescinde dal fatto che la visibilità posteriore secondo alcuni è peggiorata sui nuovi modelli: ricordo che nel 1988 anche con la mia popolarissima Golf II urtai in retromarcia il cofano piatto e basso di una Peugeot 204 degli anni Settanta.