Trenitalia non ci ha pensato neanche un attimo: è bastato che per una volta una squadra di calcio (anche se di secondo piano) scegliesse il treno anziche pullman o aereo per rientrare da una trasferta e subito lo ha comunicato alla stampa, ovviamente con soddisfazione. Ma è davvero una notizia? Secondo me sì. Solo che non è poi così positiva.
Infatti, il viaggio di rientro fatto dal Bari dopo una partita a Cesena è iniziato da Rimini, quindi sempre un “prologo” in bus ci è voluto. La fermata solo a Rimini e non anche in un centro comunque importante come Cesena è un modo per rendere più veloci i Frecciabianca che, a dispetto del nome assonante con le Frecce che corrono a 300 all’ora sulla Tav Torino-Napoli, non sono altro che gli Intercity degli anni Novanta rimessi a nuovo, che a loro volta riprendono la formula dei Rapidi dell’Italia del boom economico. La dimostrazione sta nel fatto che da Rimini a Bari i calciatori ci hanno messo cinque ore: quante ce ne volevano vent’anni fa.
Da allora, la ferrovia adriatica è stata migliorata, certo, ma prevalentemente nei sistemi di controllo. Questo significa che è cresciuta soprattutto la sicurezza, mentre la velocità non tanto. La colpa è soprattutto di un tratto di una trentina di chilometri tra Molise e Puglia, ancora a binario unico a causa di controversie ambientali. Nella percezione dei passeggeri, rispetto a vent’anni fa l’unico miglioramento determinante lo dà la diffusione di Internet mobile.
E allora perché il Bari ha scelto il treno per tornare da Cesena? Convenienza economica, ora che le vacche grasse sono finite? Forse. Ma c’è anche il fatto che i collegamenti aerei diretti tra Bologna e Bari sono pochissimi e non è facile ritrovarsi con gli orari. Quanto ai viaggi in pullman, l’autostrada A14 è quasi tutta un cantiere per la terza corsia da Rimini fino a Civitanova Marche. E con l’esodo natalizio ci sarebbe stato da fare code anche in Abruzzo, come poi in effetti è stato.
Insomma, alla fine la scelta del treno non è tanto dovuta ai progressi della ferrovia, quanto alle carenza degli altri mezzi di trasporto.