Fate rifornimento alla Shell? State attenti alle scritte sulle colonnine: potreste fare il pieno di carburante “premium” invece del solito. Non è una cosa da poco: questi combustibili costano 25 centesimi al litro in piú rispetto a quelli abituali.
Il problema è che, almeno negli impianti che ho visto io, le pistole di rifornimento non vi consentono di distinguere: le due del gasolio hanno entrambe la parte vicina all’impugnatura nera e la scritta “Diesel”, le due della benzina ce l’hanno verde con la scritta “Super”. Solo se spostate lo sguardo sulla colonnina scoprite che in corrispondenza di ogni pistola c’è l’etichetta con la descrizione. Tenete presente che, nel linguaggio commerciale Shell, l’espressione V-Power indica proprio i prodotti “premium”.
Che cosa vi danno questi prodotti in cambio di un sovrapprezzo così cospicuo? La garanzia di una maggior “pulizia” del motore e benefici piuttosto modesti (stando ai test apparsi sulla stampa specializzata) su prestazioni e consumi.
I combustibili “premium” hanno quindi una sola ragione sostanziale che spinge a commercializzarli: sperimentano i più impegnativi standard che diventeranno obbligatori in futuro a causa delle direttive europee e i petrolieri si fanno pagare parte dei costi di sviluppo proprio da chi sceglie ora i combustibili premium.
Forse proprio per questo i petrolieri sembrano avere bisogno di confondere un po’ i clienti. O, quantomeno, di non rendere chiara l’identificazione dei due prodotti, in modo che sia difficile distinguere tra quello ordinario e quello premium e si finisca con lo scegliere quest’ultimo, per puro errore. Infatti, il caso-Shell ricorda quando l’Eni mise in vendita il suo gasolio premium identificandolo col colore giallo nonostante si chiamasse “Blu Diesel”. E il colore blu, guardacaso, era quello che sulla pistola contraddistingueva il gasolio normale.