Difficilmente il direttore della Polizia stradale è un uomo della Polizia stradale. C'è una regola non scritta secondo cui alla direzione del servizio (che spesso non è un punto d'arrivo, ma un trampolino per incarichi superiori) si alternano uomini che vengono dalla carriera prefettizia e dirigenti di polizia. Tra questi ultimi, non sono stati molti quelli che provenivano direttamente dalla Stradale. Anche il capo attuale è un "estraneo": è Vittorio Rizzi, un superpoliziotto nominato in tutta fretta in estate dopo il terremoto scaturito dalle condanne definitive al G8, che ha lasciato scoperta la delicatissima direzione dello Sco (Servizio centrale operativo), cui è stata chiamata Maria Luisa Pellizzari. Per lei non c'è stato nemmeno il tempo per ambientarsi alla guida della Stradale.
Rizzi sembra arrivato con entusiasmo. Il fatto che non veda la Stradale come un ripiego o un trampolino è confermato dall'aria soddisfatta che si respira nel servizio. Tra le novità che Rizzi vuole portare c'è l'investigazione: uno come lui, abituato a fare indagini e quindi allenato a osservare e a farsi domande, non vede bene il fatto che delle vere cause degli incidenti stradali non si sappia praticamente nulla di davvero serio. Così Rizzi sta iniziando a muoversi per trovare alleati su questo fronte. E non è il solo.
Infatti, il tema forte della Giornata mondiale 2012 del ricordo della vittima della strada – in programma per domani – è proprio l'investigazione sulle cause degli incidenti (
Scarica INCIDENTI STRADALI COME SCENA DEL CRIMINE). E anche i (non tanti) che hanno una specializzazione come periti ricostruttori di incidenti stanno iniziando ad alzare la testa per far valorizzare il loro ruolo.
Ma non illudiamoci che questa coincidenza di iniziative possa portare chissà quali risultati: in fondo, occorrono investimenti e soldi ce ne sono pochissimi. La stessa Polizia stradale negli ultimi due anni è scesa da 12.000 a 11.500 uomini e già si sa che la maggior parte dei prossimi pensionati non sarà rimpiazzata.