Speravo di averle raccontate tutte, le storture del superbollo sulle auto potenti. E invece ce n'è un'altra, segnalata da un lettore alla rubrica "Dillo al Sole", creata qualche settimana fa dal Sole 24 Ore: il sistema automatico di calcolo predisposto dall'agenzia delle Entrate tiene in considerazione solo l'anno di prima immatricolazione in Italia. Quindi, una vettura che per la prima volta era stata immatricolata all'estero viene considerata più giovane della sua età effettiva e ne può venire fuori un importo da pagare maggiorato (la cifra diminuisce con l'anzianità dell'auto, secondo scaglioni di cinque anni).
Non credo sia un'invenzione del povero lettore: già a settembre "Quattroruote" aveva segnalato un problema analogo. Ma tutto sommato la pubblica amministrazione italiana conosce benissimo qual è l'anno di prima immatricolazione assoluta di un veicolo che attualmente ha targa italiana, anche nel caso in cui quel veicolo sia "nato" con targa straniera: basta chiedere alla Motorizzazione e il dato salta fuori. Anzi, la Motorizzazione è anche solita stamparlo sulla carta di circolazione italiana. Quindi ero fiducioso che il problema segnalato a settembre fosse stato risolto e, quando ho letto la lamentela del lettore, ho chiesto all'agenzia delle Entrate se davvero il baco esistesse ancora.
La risposta è stata la peggiore possibile: il silenzio.
Questo ci autorizza a pensare che non si sia ancora riusciti a far dialogare i computer delle Entrate con quelli della Motorizzazione. Quindi, temo sia l'ennesimo episodio della cinquantennale lotta di potere sugli archivi pubblici, che per quel che ci riguarda contrappone Motorizzazione e Pra, con gli altri enti che, quando si tratta di veicoli, chiedono una volta all'una e una volta all'altro. Così, in base all'aria che tira nelle stanze romane in un determinato momento. Perché devono rimetterci i cittadini?
Nel caso del superbollo, sono gli stessi cittadini che attendono da quasi un anno un'altra risposta delle Entrate su come si calcola l'anzianità del veicolo, per capire in quale scaglione di età (e quindi di sconto sulla tariffa-base) si rientra. La domanda l'ho ufficialmente posta anch'io. Ma nemmeno stavolta l'Agenzia ha risposto: tacitamente, lascia che i cittadini si affidino al software di calcolo messo sul proprio sito. Che però lascia perplessità e non ha valore giuridico.
Sarà interessante vedere se tra qualche anno le Entrate (che peraltro devono ancora trovare con le Regioni l'intesa per consentire di pagare il superbollo assieme al bollo, senza l'attuale fastidio di andare in banca a compilare il modulo "F24 elementi identificativi") avranno anche qualcosa da contestare ai sudditi (sì, sudditi) che il loro stesso software ha potenzialmente tratto in inganno.