Ma insomma, qual è il vero problema per la sicurezza stradale oggi in Italia? Se andate in giro a fare questa domanda, vi sentirete rispondere che è il comportamento sconsiderato dei giovani: sono decenni che lo si scrive e la gente lo ha assorbito. Poi SicurAUTO fa un po' di conti e scopre che la maggior parte dei guidatori coinvolti in incidenti è in età adulta, se non addirittura avanzata. Che significa tutto ciò? Cerchiamo di raccapezzarci.
Come accade sempre in queste dispute, il problema non sta tanto nell'esattezza delle cifre (su cui pure i dubbi fioriscono, ma riguardano sia la tesi "ammazza-giovani" sia quella "ammazza-adulti"), quanto nel capire che cosa queste cifre indicano davvero. E allora diciamo che la pericolosità media dei giovani è mediamente più alta rispetto a quella di chi è più avanti con l'età; altrimenti non si spiegherebbe come mai le tariffe assicurative per i ragazzi (che tengono conto della loro frequenza sinistri) siano da sballo. Però i giovani sono relativamente pochi e probabilmente percorrono meno chilometri della media (tra gli adulti c'è anche chi è costretto a guidare tanto per lavoro). Quindi chi giovane non lo è più rappresenta la maggioranza delle persone che guidano ed è logicamente più esposto al rischio. Ecco perché, se guardiamo i numeri assoluti, scopriamo che la maggior parte degli incidenti riguarda gli adulti.
Certo, insistere sui giovani è anche un investimento per il futuro. Ma nel breve e medio termine si paga: non si riescono a raggiungere gli obiettivi di dimezzamento della mortalità fissati dalla Ue, perché sui totali pesano di più gli incidenti degli adulti. Che negli ultimi anni sono diminuiti molto meno di quelli dei giovani. Un dato inedito, fatto emergere sempre dall'analisi di SicurAUTO. Un dato che da un lato mostra come sui giovani si sia lavorato. Ma dall'altro preoccupa sul fronte degli adulti.