Ha ragione Luigi Ferrarella: tra gli spread dell’Italia non ci sono quelli finanziari, ma anche quelli della sicurezza. Da esperto di cronaca giudiziaria qual è, sul Corriere della Sera di ieri Ferrarella ha ricordato che siamo in ritardo nel costituire la banca dati unica del dna delle persone condannate per reati di una certa gravità (tranne quelli “dei colletti bianchi”, chissà perché…). Un archivio che ci chiede la Ue e che siamo rimasti in pochi in Europa a non avere ancora. Purtroppo questo non è l’unico spread del settore sicurezza italiano: c’è dell’altro.
Me ne sono ricordato giovedì a Riccione: alle Giornate della polizia locale, la Regione Emilia-Romagna presentava “Pronto vigili”, una app che dà il numero telefonico di tutti i corpi di polizia locale italiani. Informazioni preziose, dato che l’Europa aveva stabilito ci dovesse essere un numero unico e non abbiamo ancora provveduto (salvo una sperimentazione condotta a Varese quando ministro dell’Interno era il varesino Roberto Maroni). Come si sa, pastoie e gelosie in Italia abbondano.
La app si annuncia abbastanza funzionale: l’aggiornamento dei numeri avviene ogni sei mesi, per i corpi dell’Emilia-Romagna anche meno. Si potranno così chiamare facilmente e direttamente i vigili, quando si dovrà chiedere un intervento per problemi che sono più nella competenza loro che delle altre forze dell’ordine. Per esempio, per far rimuovere un veicolo da un passo carraio.
Insomma, la tecnologia ha reso obsolete le beghe sul numero unico: basta avere uno smartphone. Spiace “solo” che ne resteranno tagliati fuori molti anziani.