Non sarà facile attuare la proposta sui pedaggi che il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha portato all'ultimo Consiglio dei ministri. Legare l'importo da pagare alla quantità di CO2 emessa, come vuole il ministro, presuppone un sistema di esazione in grado di leggere la targa del veicolo, confrontarla col database della Motorizzazione e quindi calcolare il dovuto. Un sistema ben più sofisticato dell'attuale, al quale basta misurare la lunghezza e il numero di assi quando ci si avvicina al casello. Senza contare che sarebbe impossibile gestire i veicoli con targa straniera.
La soluzione arriverà solo quando decollerà il sistema di pagamento free flow, cioè senza caselli, previsto per il futuro dall'Unione europea: ci saranno portali analoghi a quelli del Tutor, in grado di leggere il numero di targa in movimento e interfacciarsi con una banca dati unificata. Ma questo non succederà tanto presto: era già stato previsto due anni fa per rendere a pagamento il Raccordo anulare di Roma e le autostrade e raccordi autostradali gestiti dall'Anas, che proprio Clini ha rilanciato l'altro giorno. Ma ancora non se n'è fatto nulla. Non a caso.