In una Milano che “si permette” di mandare gli impiegati comunali in ferie e poi deve mobilitare i vigili per arginare le code nei pochi uffici dell’Anagrafe rimasti aperti (lo conteranno questo, nella spending review?), la Procura fa una mossa che semplifica la vita ai cittadini e agli avvocati che li assistono dopo un incidente stradale: ha autorizzato le forze dell’ordine a rilasciare gli atti dei sinistri praticamente in automatico, senza dover chiedere l’assenso al magistrato.
Infatti, il problema sta nell’articolo 21 del Regolamento di esecuzione del Codice della strada, che quando ci sono reati (quindi se ci sono feriti e/o morti) subordina all’ok della Procura il rilascio degli atti necessari alla liquidazione dei danni e compilati dalle forze dell’ordine eventualmente intervenute sul sinistro. Insomma, c’è da fare una coda in più dello stretto necessario.
Intendiamoci: l’ok del magistrato è opportuno per meglio valutare la situazione, ma il settore dei sinistri sforna pratiche in quantità industriali e in molti casi non c’è alcuna controindicazione. Per questo la Procura di Milano ha deciso lo snellimento, disponendo di attenersi pedissequamente alla legge solo quando ci sono morti e nei casi che appaiono più complessi o delicati e quindi suggeriscono prudenza.
Nei casi di “semplici” ferimenti, il procedimento penale (e con esso l’obbligo di nulla osta della Procura) nasce solo se l’interessato presenta querela e si e’ voluto presumere che cio’ non sia avvenuto. Comunque, la Procura di Milano non sta violando la legge: sta solo anticipando un’autorizzazione che comunque concederebbe. Certo, dovrebbe comunque vagliare la situazione per esserne sicura, ma ragionevolmente delega le forze dell’ordine, fidandosi del loro buonsenso e attenzione.